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01Il Bastione degli Infetti, luogo simbolo del centro storico catanese, è anche il bastione più integro dell’antica cinta muraria cinquecentesca sulla quale è sorta la città. Un comitato cittadino e la delegazione etnea del FAI, ne hanno da poco richiesta la candidatura a Luogo del Cuore. L’obiettivo? Quello di restituire alla cittadinanza e alla Sicilia, un bene storico di archeologico interesse. Se entrasse infatti a far parte del progetto messo appunto dal Fondo per l’Ambiente Italiano, il Bastione degli Infetti avrebbe garantita a vita la posizione di luogo protetto.
45 sono stati fino ad oggi i luoghi salvati, in sole 6 edizioni dell’evento, e ben 15 le Regioni coinvolte, che, grazie al supporto e al coinvolgimento attivo della cittadinanza, hanno permesso la salvaguardia di molti luoghi di interesse storico, artistico e archeologico.

In Sicilia ad esempio, sono già stati tratti in salvo il Castello della Colombaia di Trapani, e, tra gli altri, la Scala dei Turchi di Realmonte, ad Agrigento. «Se vincesse sugli altri candidati, otterrebbe contributi utili per essere nuovamente fruibile dalla cittadinanza» afferma Salvatore Castro, presidente del comitato popolare Antico Corso, che si è organizzato per spingere in avanti la candidatura del Bastione. E quest’anno la competizione si sta rivelando davvero dura. Oltre al Bastione degli Infetti, sono stati proposti infatti La Certosa di Calci, un’Abbazia-Convento in provincia di Pisa che risale al 1366, la Chiesa di Sant’Agnello di Maddaloni, presso Caserta, e il Convento dei Frati Cappuccini di Monterosso, in Liguria, tanto per citarne alcuni. La lista comprende infatti una decina di luoghi selezionati tra migliaia: sono spiagge, monumenti, palazzi, ed è al momento Pisa a guidare la classifica, con 20.849 voti.

Ma il numero dei voti e dei votanti cambia velocemente, di ora in ora: «I cittadini possono esprimere la propria preferenza entro il 30 novembre, sul sito dell’ente o con carta e penna, recandosi in una delle nostre sedi, alla vecchia maniera», spiega il delegato etneo del FAI Giambattista Condorelli. L’area del Bastione è al momento visitabile solo nella sua parte interna, l’esterno è infatti circondato da case pericolanti e vegetazione selvaggia, che, grazie all’intervento del Fondo Ambiente e delle sovvenzioni da esso messe a disposizione se il Bastione vincesse il concorso, potrebbero essere acquistate e restaurate oppure definitivamente demolite. L’obiettivo finale è quello di riportare alla luce i circa 50 metri di muraglia in pietra lavica, realizzati all’epoca di Carlo V.

Durante la fine del Seicento infatti, alcuni tratti delle mura sono andati in parte o completamente distrutti, a causa di un’eruzione. Sui resti della cinta, lungo il tratto sull'attuale via Dusmet, sono stati edificati alcuni palazzi ora storici, come il prestigioso Palazzo Biscari e l'Arcivescovato. Ma lungo via Plebiscito, nel tratto senza porte, è ancora possibile notare visibilmente una parte delle mura, che si stende tra il Bastione degli Infetti e il Bastione del Tindaro: «Quello che si potrebbe realizzare, esordisce Castro, ha il solo limite della fantasia. Si va da aree verdi a panchine; dalla creazione di una zona ludica per bambini, all’adeguamento dell’illuminazione» idee di tipo ricreativo insomma, volte alla completa fruizione della zona da parte dei cittadini; utilizzabili da anziani e famiglie, in una tranquilla domenica o in un giorno di festa. O dai turisti. Idee alle quali si vorrebbe affiancare un percorso archeologico completo che vede coinvolti anche l’ex Monastero dei Benedettini, la Chiesa dell’Idria, il Reclusorio del Santo Bambino, le Mura Normanne, la necropoli e il decumano romano poco distanti. Per sostenere la candidatura, il FAI Catania sta approntando una serata medievale da svolgersi in ottobre, in una giornata tra il 3 e il 4, presso il Bastione.

 

Autore | Enrica Bartalotta


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