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Biagio Conte dice basta. Non è la prima volta che lo fa, ma l'annuncio riecheggia in tutta Palermo. Il missionario laico si dice "ferito e deluso". E in una lettera pubblicata dal "Giornale di Sicilia" spiega i motivi della sua scelta: "Ostacolato nell'aiutare il prossimo, andrò via da Palermo e dalla terra di Sicilia. Basta, è impossibile in questa regione fare opere giuste, mi porterò la Santa Croce affinché il male non vinca sul bene".

La missione Speranza e Carità va avanti, ma tra mille difficoltà. Come ha ricostruito "BlogSicilia", nel settembre 2014 la spada di Damocle furono le cartelle esattoriali, adesso lo sconforto del missionario è legato alla vicenda dei capannoni dell’ex fonderia Basile, acquistati da alcuni imprenditori all’asta ma promessi da anni dalle istituzioni ai poveri assistiti da Biagio, e soprattutto i 417 mila euro di pagamenti arretrati di affitto e di presunta occupazione abusiva della stessa struttura abbandonata richiesti dal curatore fallimentare.

Sarà il tribunale fallimentare a decidere. I palermitani hanno risposto alla richiesta di aiuto di Biagio Conte, raccogliendo il denaro necessario: 164 mila euro più tutte le spese accessorie e la sanatoria per riacquistare dagli imprenditori Bonetti e Cannone i capannoni in cui realizzare laboratori artigianali per dare un lavoro a chi non ha più nulla. Ma Biagio Conte adesso sta pensando di rinunciare all’acquisto.

"Impedire l’ aiuto ai poveri, agli emarginati è l’errore più grave che possa commettere questa umanità – dice Biagio Conte – Lancio un grido disperato, chiedendo aiuto al mio Dio, nostro Dio e Padre Nostro: ascolta Signore, abbi misericordia di questa umanità e vieni presto in nostro aiuto. Voglio rinunciare a ogni forma di male, alla proprietà, alla fonderia Basile, per non commettere l’errore di impoverire i due generosi imprenditori e cittadini già profondamente provati nel loro lavoro a causa di questa profonda crisi che stiamo vivendo.

Abbiamo difeso il diritto dei poveri e purtroppo non è stato gradito da parte della curatela fallimentare, mettendoci contro le istituzioni e il palazzo di giustizia. Chiediamo scusa se abbiamo tolto o non restituito dei beni dovuti, mi trovo costretto a deludere e a penalizzare il futuro dei poveri e pronto a restituire le generose somme raccolte da tutti i cittadini, scuole, parrocchie, associazioni e istituzioni".