Vivere bene in Sicilia? Sì, è possibile. E per farlo non bisogna per forza puntare su Palermo o Catania. Basta guardare verso l’entroterra, dove sorge una delle città più affascinanti e sorprendenti dell’isola: Caltagirone.
Secondo un recente studio congiunto di Mecenate 90, Istituto Tagliacarne e Unioncamere, la città è risultata la migliore tra le città intermedie in Sicilia per qualità della vita e vivibilità. Una notizia che premia il lavoro di lungo periodo e il tessuto socioeconomico locale, ma che sorprende anche per il contesto in cui emerge.
In un momento storico in cui le grandi città soffrono per congestione, traffico, caro-affitti e stress quotidiano, le città intermedie — con una popolazione compresa tra i 20mila e i 50mila abitanti — offrono un’alternativa concreta.
Caltagirone, con circa 37.000 residenti, si è distinta tra le 610 città di medie dimensioni italiane. Un risultato che racconta una Sicilia diversa: più equilibrata, vivibile, capace di coniugare bellezza, servizi e dimensione umana.
Una città a misura d’uomo
Caltagirone si trova nel cuore della provincia di Catania, a poco più di un’ora dal capoluogo etneo. È celebre in tutto il mondo per la sua maestosa scalinata di Santa Maria del Monte, per la ceramica artistica — dichiarata patrimonio immateriale dell’UNESCO — e per il suo centro storico barocco, parte del sito seriale della Val di Noto.

Oggi, però, non si parla solo di turismo o patrimonio culturale. La vivibilità quotidiana, la qualità dei servizi, la sostenibilità urbana e l’equilibrio tra vita personale e professionale sono diventati parametri chiave per valutare il “benessere” di una città. E su questi aspetti, Caltagirone svetta tra i suoi pari.
Lo studio, infatti, ha analizzato oltre 50 indicatori, tra cui:
- accessibilità ai servizi sanitari e scolastici;
- offerta culturale;
- trasporti locali;
- disponibilità di spazi verdi;
- partecipazione civica e coesione sociale;
- dinamismo economico e innovazione.
Né troppo grande né troppo piccola: la formula vincente
“Caltagirone è l’esempio di come la media dimensione possa essere un’opportunità e non un limite”, ha commentato il presidente di Mecenate 90, Luca Dal Pozzolo. “In queste realtà si trovano comunità più coese, una migliore gestione dei servizi pubblici e una qualità della vita superiore a quella delle grandi città”.
Il segreto? Un equilibrio prezioso: città abbastanza grande da offrire servizi, lavoro e opportunità; abbastanza piccola da evitare i problemi dei grandi centri.
Nel dettaglio, lo studio ha evidenziato come Caltagirone riesca a offrire un mix raro: un’identità culturale forte, un patrimonio artistico rilevante, ma anche buoni livelli di efficienza amministrativa e partecipazione civica.
Una Sicilia meno nota da riscoprire
Il riconoscimento a Caltagirone è anche una rivincita per l’entroterra siciliano. Spesso penalizzato da dinamiche di spopolamento o emigrazione giovanile, il territorio calatino dimostra che è possibile costruire modelli urbani virtuosi anche lontano dai grandi flussi turistici o dai centri industriali.
Secondo Unioncamere, il merito è da attribuire anche a progetti locali di rigenerazione urbana, alla promozione dell’artigianato tradizionale, a una rete scolastica efficiente e a servizi sociali diffusi, soprattutto per le fasce più fragili.
Caltagirone è una realtà che merita attenzione, proprio per la sua normalità ben funzionante. E che oggi, più che mai, rappresenta una scelta concreta per chi cerca qualità della vita e relazioni a misura d’uomo.
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