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«Una battaglia vinta e siamo soddisfatti essendo stati i primi a promuovere una causa di incostituzionalità del decreto Monti che anticipatamente aveva vietato il cambio delle vecchie lire in euro. È una buona notizia per migliaia di italiani che si sono ritrovati in casa soldi nella vecchia valuta e che non pensavano si sarebbe mai riaperta una nuova finestra». Succede grazie a una sentenza della Corte Costituzionale, che ha accolto il ricorso di un gruppo di risparmiatori, dichiarando illegittimo il provvedimento del governo Monti che, nel 2011, anticipò di tre mesi la prescrizione della lira. La sentenza della Corte Costituzionale apre alla possibilità di cambiare negli sportelli della Banca d'Italia banconote e monete in lire ritrovate in casa da migliaia di cittadini. 

A sollevare la questione di legittimità costituzionale del provvedimento è stato il Tribunale di Milano, nel corso di un giudizio promosso da alcuni risparmiatori. Dopo l'arrivo dell'euro, una legge del 2002 aveva previsto che la conversione delle lire poteva avvenire fino al 28 febbraio 2012, ma il decreto legge varato dal governo Monti, del 6 dicembre del 2011, ha disposto che "le lire ancora in circolanzione si prescrivono a favore dell'Erario con decorrenza immediata". 

«Non è dubitabile – si legge nella sentenza – che il quadro normativo preesistente alla disposizione denunciata di incostituzionalità fosse tale da far sorgere nei possessori di banconote in lire la ragionevole fiducia nel mantenimento del termine fino alla sua prevista scadenza decennale». E «il fatto che, al momento dell'entrata in vigore della disposizione censurata, fossero già trascorsi nove anni e nove mesi circa dalla cessazione del corso legale della lira non è idoneo a giustificare il sacrificio della posizione di coloro che, confidando nella perdurante pendenza del termine originariamente fissato dalla legge, non avevano ancora esercitato il diritto di conversione in euro delle banconote in lire possedute». Ancora, nemmeno la necessità sopravvenuta di ridurre il debito pubblico «può costituire adeguata giustificazione di un intervento così radicale», che «estingue ex abrupto» un diritto, senza operare un «bilanciamento fra l'interesse pubblico perseguito dal legislatore e il grave sacrificio imposto ai possessori di banconote in lire».

Cosa accade in concreto?

Le domande per la conversione delle vecchie lire in euro saranno esaminate dalla Banca d'Italia dopo i necessari approfondimenti della sentenza della Corte Costituzionale. E' stato avviato un attento esame delle norme e solo dopo verrà spiegato come e per chi sarà possibile convertire le vecchie lire.

Fonte: Giornale di Sicilia