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Carmen Consoli torna a vivere in Sicilia. La "cantantessa" ha deciso di fare ritorno nella sua Catania, insieme al figlio di 4 anni, raccontando le ragioni della sua scelta al settimanale "Vanity Fair": «Perché a Catania c'è mia madre, e con un bambino come facevo da sola a Roma? Lei, dopo la morte di mio papà, nel 2009, era rimasta sola in questa casa di famiglia troppo grande. Nella mia testa ho visto gli antenati che dicevano: Torna! Torna! Rimetti insieme la famiglia con il nuovo erede! E rivedere il Natale in una casa di nuovo affollata e allegra non ha prezzo».

«Sono cresciuta in una Catania dove per noi adolescenti era normale andare in discoteca e sentire Sonic Youth, Breeders, Pixies, solo rock alternativo. Andavi qualche chilometro più in là e imperversava la house music, si ascoltavano i Datura. Per me era inconcepibile esistesse una cantante chiamata Corona. A Catania incontravi a passeggio Michael Stipe, Peter Buck (fondatori dei R.E.M., ndr), la sua chitarra o la voce di Natalie Merchant (ex cantante dei 10,000 Maniacs, ndr) finivano nei dischi delle band locali come i Flor De Mal, per questo si parlò di Seattle italiana. A pranzo dal mio produttore, Francesco Virlinzi, ci trovavo i R.E.M., Winona Ryder, Kurt Cobain. Era un mondo a parte, una scena musicale unica, me ne rendo conto soprattutto ora che Catania si è omologata al resto d’Italia».

A chiudere l'intervista, una domanda su quali siano i suoi sogni: «Cose molto semplici. Fare canzoni più belle, veder crescere mio figlio sereno, magari coltivare la terra, farmi il pane. Diventare una signora di un certo peso, anche fisico, diciamo poco più che morbida, perché mi fanno tristezza gli anziani troppo magri. Sogno di essere una di quelle nonne un po’ originali da cui si va con piacere perché sforna delizie pazzesche, e tutti che dicono, dai, andiamo da Carmen, che oggi ci fa la lasagna vegetariana!».