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Nessuna chiesa è splendida come Casa Professa.

  • Scopriamo una delle chiese più belle di Palermo, un trionfo di marmi e stucchi.
  • Ci troviamo a due passi dal mercato di Ballarò, nel cuore del centro storico.
  • La Chiesa del Gesù rappresenta l’esempio più significativo di arte barocca della città.

Il centro storico di Palermo custodisce veri e propri tesori. Basta semplicemente fare una passeggiata per rendersene conto, tra chiese, palazzi nobiliari e architetture curiose. Alcuni di questi tesori, non sono subito visibili. Bisogna entrarvi dentro per rendersi conto della loro magnificenza. La chiesa di Casa Professa, il cui vero nome è Chiesa del Gesù, è uno di questi. Per ricostruire la sua storia, bisogna andare indietro nel tempo, fino al 1549. In quell’anno, su richiesta del Senato palermitano, sant’Ignazio di Loyola inviò a Palermo i primi padri gesuiti. Nel 1553 i padri gesuiti, dopo alcune peripezie per trovare un luogo idoneo ad accogliere sia la scuola sia la chiesa, per rescritto imperiale ottennero l’abbazia di Santa Maria della Grotta. I lavori iniziarono sotto la direzione dell’Architetto gesuita di Ferrara Giovanni Tristano e la prima pietra fu posta nel 1564. Ciò che vediamo oggi è l’esempio più significativo dell’arte barocca a Palermo. Nonostante avesse inglobato delle precedenti strutture, il risultato fu sontuoso e nel 1683 la cupola fu completata.

Le decorazioni e gli interni

Alla decorazione si lavorò dal 1658 fino a tutto il XVIII secolo. A partire dal 1703 si diede inizio ad una nuova fase della decorazione dei soffitti e delle volte; gli stucchi furono eseguiti da Procopio Serpotta, mentre gli affreschi furono opera di Antonio Grano. La facciata, su disegno tardo cinquecentesco, è posta su una gradinata. Sulle aperture sono state collocate delle nicchie che ospitano le statue della Vergine della Grotta col Gesù, Sant’Ignazio e San Francesco.

A rendere unica la Chiesa di Casa Professa è indubbiamente l’interno. È grandioso, a croce latina con tre navate e profonde cappelle laterali intercomunicanti. La dimensione imponente e l’esuberante decorazione, che ricopre senza soluzione di continuità tutta la superficie, ne fanno un insieme di incredibile espressività barocca. L’interno della chiesa è uno dei più rappresentativi ed omogenei prodotti della decorazione detta “a marmi mischi”. Al primo piano è collocato l’Oratorio del Sabato decorato da pregevoli stucchi del 1740 realizzati da Procopio Serpotta e da un affresco, posto sulla volta che rappresenta l’Incoronazione della Vergine eseguito da Filippo Randazzo. È possibile anche visitare il Museo, il quale si estende su più livelli. Nelle varie sale tematiche dedicate al “Tesoro dei Gesuiti” sono esposti molti arredi sacri, pregevoli paliotti, raffinati ostensori e varie suppellettili in corallo e argento della produzione artigianale trapanese del sec. XVII e XVIII.

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