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I tragici eventi di queste ultime ore evidenziano, ancora una volta, la fragilità di un sistema di gestione e pianificazione territoriale ormai obsoleto e non più efficace nella prevenzione e nella gestione del dissesto idrogeologico. A parlare è l’Ordine dei Geologi, che associa al profondo cordoglio per le vittime e per i loro familiari un sentimento di dolore e rabbia.

Il riferimento è alla tragedia di Casteldaccia, nel Palermitano: qui 9 persone hanno perso la vita in un immobile travolto dalla piena del fiume Milicia. La pioggia, nella giornata di sabato 3 novembre, ha flagellato gran parte dell’Isola.

“Le molteplici richieste inoltrate reiteratamente dall’Ordine  Regionale dei Geologi al Governo e a tutti i livelli delle amministrazioni locali per una radicale azione di contrasto al dissesto idrogeologico non hanno ottenuto nessun provvedimento concreto. Tutto questo è inaccettabile”, spiega il presidente dell’ORGS, Giuseppe Collura.

Che prosegue:

“Il dissesto idrogeologico, al pari di altri rischi naturali è un costo sociale per il paese e deve rappresentare la priorità da cui partire per ridare sicurezza ai nostri territori, alle nostre infrastrutture, ai nostri cittadini e offrire nuove condizioni di sviluppo economico per il futuro delle imprese e delle giovani generazioni.

I cambiamenti climatici unitamente alle caratteristiche geomorfologiche impongono nuove e aggiornate strategie di pianificazione, soprattutto in territori geologicamente fragili e spesso segnati da abusivismo edilizio, ove l’incuria e l’assenza di manutenzione dei corsi d’acqua e l’errato dimensionamento dei sistemi di smaltimento delle acque amplificano gli effetti del dissesto.

Riteniamo che sia urgente pensare ad un piano di interventi, su scala regionale, che individui le priorità e che contenga nell’immediato gli interventi di manutenzione sui corsi d’acqua che ridiano efficienza alle reti di drenaggio ma soprattutto, a medio lungo termine, azioni ed interventi strutturali.

In tali aree è necessario pensare alla decostruzione o delocalizzazione di tutte quelle strutture che sono state costruite in siti che interferiscono con gli elementi naturali mettendo in pericolo la vita delle persone che vi abitano e non solo.

I fatti tragici di queste ultime ore nei territori di Casteldaccia, Vicari e Cammarata ne sono la riprova, cosi come a nel recente passato, Giampilieri e Scaletta Zanclea e tanti altri fatti tragici che la breve memoria dell’uomo e dei Governi tendono a rimuovere.

È paradossale che ancora oggi il grande patrimonio di competenze professionali dei geologi sia totalmente o parzialmente inutilizzato, mi riferisco in particolare alla quasi totale assenza di geologi nei comuni siciliani, in molti uffici del Genio Civile, cosi come la grave mancanza di un Servizio Geologico Regionale strutturato ed efficiente.

La recente istituzione del fondo di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico e idraulico, contenuto nella legge finanziaria (art.40 legge n.8/2018), ha finalmente introdotto un piccolo spiraglio per l’impiego all’interno degli enti locali di professionalità deputate alla valutazione dei rischi geologici, fornendo le adeguate indicazioni per le procedure di contrasto e mitigazione da porre in essere.

L’Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, che ha partecipato attivamente alla sottoscrizione del documento e alla sua ampia condivisione con tutte le forze politiche, chiede al Governo Regionale di supportare tale provvedimento legislativo dell’adeguata previsione finanziaria affinché i comuni della Regione Siciliana possano realmente dotarsi delle competenze necessarie per la pianificazione degli interventi finalizzati a contrastare il dissesto idrogeologico secondo un nuovo approccio previsionale e sostenibile, evitando finalmente il verificarsi ed il ripetersi di tragici eventi di cui la comunità non può pagare il prezzo più alto”.