Protagonista di questa bella raffigurazione a mosaico è il mitico cantore Orfeo, che dalla madre Calliope, musa della poesia epica, ebbe in dono la lira, strumento musicale a corde sacro al padre, il dio Apollo. È qui rappresentato, secondo uno schema iconografico ricorrente, nell’atto di incantare gli animali (reali e non fantastici!), in un’ambientazione schematicamente naturalistica, al suono della lira.
Dalla raffigurazione deduciamo la struttura dello strumento musicale, costituito da un guscio di tartaruga nel quale sono incastrate due corna di gazzella che sorreggono quattro corde e la modalità del suo utilizzo: il singolare oggetto che Orfeo regge nella mano destra è infatti un lungo plettro con cui le corde venivano pizzicate. La raffigurazione occupa il pannello centrale del pavimento di un’ampia sala dell’edificio di età romana denominato “Casa A” facente parte dell’antico complesso architettonico di piazza della Vittoria a Palermo, risalente alla fine del II – inizi del III sec. d.C.