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Il suo volto è impresso negli occhi e nel cuore di tutti i termitani; anche di quanti, tra la fine dell’ottocento ed i primi anni del novecento, furono costretti ad emigrare nella lontana America in cerca di miglior sorte. Il fenomeno della emigrazione continua purtroppo ancora oggi; e coloro che  si allontanano dalla nostra città, di certo non scordano questo suo viso dolce, questo suo sguardo rasserenante che tante lacrime ha visto stillare ai suoi devoti figli. Della Sacra Immagine della nostra Immacolata della Maggior Chiesa festeggiamo idealmente quest’anno il 220° compleanno; essendo “nata” nel lontano 1799 tra le mani del valente scultore Francesco Quattrocchi. Francesco era figlio di Filippo, che alcuni ritengono in realtà il suo vero autore; artista madonita originario di Gangi che teneva la sua bottega a Palermo dove, da un possente tronco di cipresso diede forma a questa splendida figura. Le cronache ci dicono che gli venne commissionata dai Frati Francescani della Scarpa d Termini Imerese che allora occupavano il convento di San Francesco d’Assisi, dove sono oggi le scuole elementari di Piazza Duomo. Il suo costo pare fu di 14 onze, 8 tarì e 5 grani; un prezzo che qualche esperto mi dice dovrebbe oggi aggirarsi intorno alla “irrisoria” cifra di 500 euro. Poco si sa di altro. Ma dai racconti ormai secolari, tramandati a voce dai nostri antenati, e quindi da riportare con il beneficio del dubbio, pare che la statua arrivò a Termini dal mare; accolta dal clero e da una moltitudine di fedeli. Venne poi adagiata su un capiente carro trainato da buoi e quindi, con quella che possiamo in qualche maniera immaginare come la sua prima processione, trasportata fin verso la chiesa. Chiesa che, contrariamente a quel che si potrebbe pensare, non era la nostra attuale Chiesa Madre bensì proprio quella vicina di San Francesco d’Assisi. Varie le ipotesi che si fanno sul suo successivo passaggio in cattedrale avvenuto poi nella seconda metà dell’ottocento; dove peraltro, ed ancor prima che si costruisse l’attuale tempietto, la statua trovò alloggio in una custodia di legno. Il 29 novembre quindi rechiamoci in massa, portando anche i bambini, ad assistere alla sua tradizionale uscita che da inizio al solenne novenario; ed accogliamola festosi e gaudenti come si fa con una mamma nel giorno del suo compleanno.

Nando Cimino