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Condividere frasi profonde su Facebook potrebbe essere sintomatico di un grosso problema. Secondo uno studio scientifico canadese, a quanto pare chi lo fa è meno intelligente della media della popolazione. E non solo: questo comportamento suggerisce che si è più inclini a credere in teorie del complotto, in fenomeni paranormali e ai rimedi della medicina non tradizionale.

Lo studio è stato condotto dal professor Gordon Pennycook e dal suo team di ricercatori dell’Università di Waterloo, in Ontario, Canada. La ricerca ha analizzato la reazioni di alcune centinaia di soggetti ai quali venivano sottoposte frasi "intellettualoidi". L’azione più complicata è stata quella di spiegare cosa sia una frase pseudo intellettuale che di intellettuale non ha nulla.

A differenza delle frasi prive di senso, quelle da pseudo-intellettuali hanno la capacità di suggerire al lettore una certa capacità riflessiva. Ai soggetti venivano sottoposte queste frasi. Una volta lette, dovevano dare un voto da uno a cinque. Per gran parte delle persone esaminate, la profondità degli aforismi è stata pari al 2,6%, mentre il 27% dei soggetti ha assegnato alle frasi un punteggio da tre a cinque.

Il secondo test, invece, prendeva in esame delle frasi scritte da Deepak Chopra su Twitter e altri aforismi scritti da un algoritmo al computer. Le persone in esame non riuscivano a distinguere quelle di Chopra da quelle del computer. Durante il test, inoltre, sono stati valutati i profili personali e psicologici dei soggetti.

Al termine dello studio, ecco la conclusione: "Coloro che sono attratti da frasi pseudo-intellettuali, tanto da assegnare a queste votazioni alte, sono meno riflessivi, hanno una capacità cognitiva inferiore alla media e sono più inclini a non comprendere il senso ontologico delle cose e a ideare teorie cospirazioniste".