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Confermata dalla corte di Cassazione l’adottabilità del bambino nato dalla relazione tra Martina Levato e Alexander Boettcher, meglio noti come coppia dell’acido, responsabili delle aggressioni avvenute a Milano. Respinti i ricorsi dei nonni del bambino, che si proponevano come adottanti. Il piccolo adesso ha due anni e mezzo e ha sempre vissuto in una casa famiglia, ricevendo visite di genitori e nonni.

Nello scorso novembre il sostituto procuratore generale della Suprema Corte, Francesca Ceriani, aveva sottolineato nell’udienza del 30 novembre come i genitori di Martina Levato avessero le carte in regola per ottenerne l’affidamento. «I figli non si tolgono nemmeno ai mafiosi, perché ogni bambino ha diritto a crescere nella famiglia dove è nato», ha detto. La Cassazione, però, ha stabilito che il bambino della coppia dell'acido debba essere adottato da una famiglia esterna, soprattutto alla luce della lunga detenzione che i genitori dovranno affrontare.

Secondo la Corte, i nonni materni non "hanno dimostrato una reale presa di coscienza delle atrocità delle condotte della figlia" e valutando il "superiore interesse del minore" va detto che il piccolo non può restare "legato alla famiglia di origine", perché "inevitabilmente sarebbe costretto a confrontarsi con la drammatica storia familiare dei suoi genitori". Si tratta di un verdetto che Martina ha accolto "con grande delusione", ha riferito il suo legale, l'avvocato Laura Cossar, che preannuncia ricorso davanti alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo: "Non ci arrendiamo – è la sua parola d'ordine – e siamo pronti ad andare a Strasburgo".