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ENNA – Una storia diversa quella di Rashid che ad Enna ha coronato il suo sogno di vivere una vita serena e dignitosa.

In un momento culturale, sociale e politico complicato in cui la paura di contrarre l'ebola spaventa più di ogni altra cosa, si legge di una notizia a lieto fine che arriva dalla vicina Enna e che fa sognare un po’ tutti. E' la storia di un ragazzo ghanese di 27 anni, Rashid Bigway che ad Enna ha trovato affetto, lavoro e famiglia.

Alcuni anni fa Rashid è partito dalla Libia (dove lavorava regolarmente)  alla volta della Sicilia sino a raggiungere la città di Enna. Come ogni immigrato anche lui ha pensato che la Sicilia doveva essere terra di passaggio, terra di salvezza per andare poi alla volta dei paesi del nord, dove la crisi è più contenuta e dove è possibile iniziare una nuova vita. Ma ad Enna, Rashid insieme ad altri suoi connazionali, si trova bene; la gente li accoglie nei migliori dei modi. Poi alcuni episodi segnano indelebilmente il loro passaggio in città.

I due episodi che cambiano la vita a Rashid

Importante fu l’associazione Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) che ha dato la possibilità a Rashid di creare una squadra di calcio, iniziando a giocare e ad interagire con altri coetanei, questa volta siciliani.

Ancora un altro avvenimento segna la sua vita: una mattina Rashid insieme ai suoi amici, percorre una strada diretta verso Pergusa. I ragazzi si accorgono di come i cespugli impedivano quasi la viabilità del tragitto, e così, si rimboccarono le maniche togliendo l’erbaccia e ripulendo la strada senza chiedere soldi in cambio a nessuno.

La cosa di certo non è passata inosservata a Roberto Angileri, amministratore delegato della Pro Seme che decide così di incontrarli per offrire, ad alcuni di loro, un lavoro.

Adesso Rashid pensa alla Sicilia come ad una terra di salvezza dove ha trovato il supporto di persone care.