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La dicitura "Da consumarsi preferibilmente entro" potrebbe sparire da alcuni prodotti alimentari a lunga conservazione: sembra infatti che l'Unione Europea si stia attrezzando per allungare la data di scadenza di alcuni alimenti che in alcuni casi vengono gettati quando ancora potebbero essere consumati. Alla base di questa scelta c'è la volontà di combattere gli sprechi, che costerebbero ad ogni famiglia circa 500 euro l'anno e che si traducono in 89 tonnellate di cibo che finisce nei rifiuti dell'Unione. Motivazioni etiche ed economiche, dunque.

Le nuove direttive riguarderebbero soltanto prodotti "secchi" come pasta, caffè, formaggi duri e riso, mentre tutti quelli "liquidi" o "umidi", come yogurt ed altri latticini, continuerebbero a mantenere la stessa dicitura. In questi casi, infatti, si tratta di prodotti facilmente deperibili ed abolire l'etichetta con la data di scadenza rappresenterebbe un reale rischio per la salute del consumatore.

Le novità sulla data di scadenza sono state annunciate dal giornale tedesco Bild e riportate anche dalla Coldiretti: ulteriore conferma della volontà di intervenire sulle scadenze è giunta con l'inserimento nell'ordine del giorno del Consiglio dei ministri Ue dell'Agricoltura e della pesca (fissato per oggi) del tema "Perdita di cibo, spreco di cibo".