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01Dietro le sbarre per 22 anni, Giuseppe Gulotta, cittadino di Alcamo; ma era innocente. Sembra un film e invece è tutto vero, e ora vuole un risarcimento di 56 milioni di euro.

Giuseppe Gulotta, oggi manovale, 22 anni fa è stato arrestato per la Strage di Alcamo Marina, in provincia di Trapani, ma era innocente. Ora i suoi legali vogliono richiedere i danni alla Corte d’Appello di Reggio Calabria: ben 56 milioni di euro, è questa la cifra presentata come richiesta di risarcimento.
La scarcerazione per Gulotta è avvenuta nel 2012, a seguito delle due inchieste aperte nel 2008 dalla Procura di Trapani, e grazie alle dichiarazioni rese dall'ex brigadiere Renato Olino, che lascio l’Arma proprio all’indomani delle torture.

Era un periodo difficile per l’Italia, un periodo fatto di attentati, atti di spionaggio e atti terroristici. Erano gli ‘Anni di Piombo’, in cui anche l’aria che si respirava era pesante e sapeva di zolfo. Era il 27 gennaio del 1976, quando due giovani carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, vennero uccisi nella piccola località turistica in provincia di Trapani. Le prime ipotesi portarono subito alle Brigate Rosse che però si dichiararono estranee al fatto.

Tre gli alcamesi condannati, più un giovane di Partinico che confessò la strage, e il bottaio Giovanni Mandalà; tra loro anche Gulotta, di soli 18 anni, che oggi può raccontare la sua vicenda alle telecamere. «Vennero a bussare alla mia porta – ha dichiarato Gulotta. Ero a casa dei miei genitori. Mi condussero in caserma, mi picchiarono, mi sputarono addosso, mi fecero di tutto, usarono le maniere forti, fino a quando non mi fecero confessare l’omicidio per le botte che mi avevano dato».

Più di trent’anni dopo, la Procura di Trapani scopre che quelle parole, che a Giuseppe Vesco, il carrozziere di Partinico, costò la vita in carcere e a Gulotta la pena dell’ergastolo, erano state estorte con la forza. Viene trasferito all’inizio degli anni Novanta al carcere di San Gimignano Gulotta, e nel ’95 lo ammettono al lavoro esterno.

È un detenuto modello che nel 2005 ottiene anche la libertà provvisoria, ma la rinascita arriva con “Alkamar – La mia vita in carcere da innocente”, un libro scritto a quattro mani con il giornalista Nicola Biondo, edito da Chiarelettere, che celebra la scarcerazione, confermata in via definitiva il 13 febbraio del 2012, dopo 36 anni dall’arresto.

Dell’episodio si è occupata anche la trasmissione “Blu notte”, condotta da Carlo Lucarelli nel 2007. Secondo l’episodio, la strage si colloca nel clima di tensione che caratterizzata l’Italia degli anni Settanta, dove un reato contro il potere politico non era perdonato; l’ipotesi che viene formulata dal programma tivù della RAI, è quella di un patto stretto tra mafia ed eversione di destra.

Nel 1995, per quella strage viene arrestato anche l’amico di Gulotta, Gaetano Santangelo, anche lui completamente prosciolto dalle accuse nel 2012; stesso discorso per il bottaio di Partinico e anche per Vincenzo Ferrantelli, il cugino; Santangelo e Ferrantelli sono entrambi in Brasile, dove fuggirono 22 anni fa, prima della sentenza definitiva. Dalle battaglie giudiziarie è nato il “Progetto innocenti”, per tutelare i diritti umani di coloro che abbiano subito ingiustizie.

Autore | Enrica Bartalotta