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Foto di Sara Di NardiAmaro ponte di Ognissanti per i molti turisti che si sono presentati al Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa: il sito archeologico ha chiuso i battenti in mattinata.

270 ettari di Parco e nemmeno il tempo per ammirarne le bellezze di epoca greca. Nel corso della prima domenica di novembre, i cittadini e i diversi turisti che si sono presentati davanti ai cancelli di Selinunte sono rimasti delusi: il museo ha chiuso i battenti alle 13:00, e ha richiesto ai visitatori già presenti di recarsi all’uscita già alle 12:30. Gli albergatori furiosi, e c’era anche chi, come Simone Scarcili, consulente aziendale, arrivava da Bergamo per vedere il Templio E e C, scoperti e messi appunto dai restauri operati nell’area, già a partire dai primi anni dell’Ottocento.

A poca distanza, nel territorio di Castelvetrano, sorgono le Cave di Cusa, ovvero il luogo in cui i cittadini del tempo andavano a ricavare i blocchi in calcarenite che servivano per la realizzazione dei templi. Particolarmente evidenti sono infatti le lavorazioni, o i tentativi di lavorazione, effettuati sui blocchi, lasciati qui intatti dal 409 a.C., anno della presa della città da parte dei Cartaginesi.

Il sito delle rocche sorge a soli 13 chilometri dalla città di Selinunte, e sarebbe visitabile con un biglietto unico che include anche le strutture sacre dell’antico sito archeologico, ma durante il ponte di Ognissanti è stato impossibile entrare perché il tempo messo a disposizione dei visitatori era davvero poco. Nel pomeriggio di venerdì 31 e poi anche per la seconda metà della giornata dell’1 e del 2 di novembre, è stato dunque impossibile visitare Selinunte e le aree circostanti.

Proteste a pioggia da parte dei numerosi turisti, arrivati qui anche dall’estero, e proteste anche dai commercianti della zona. Gli operatori dei negozi di ceramiche e souvenir parlano di mancato guadagno, mentre questa chiusura parziale nei giorni festivi, porta i tour operator a dirottare i propri clienti su altre mete. Colpa della Regione, che non ha abbastanza personale per garantire l’apertura costante di molti siti culturali e museali dell’Isola.

Sono circa 1.500 gli impiegati coinvolti e più di 100 i siti colpiti dalla morìa di presenze; una morìa che ha messo in ginocchio la Regione, che non può più pagare per gli straordinari dei suoi dipendenti, almeno da qui fino alle prossime vacanze natalizie.
Ed ecco quindi i tagli ai weekend e ai giorni festivi. Il primo ad essere colpito dalla sciagura, è stato il Museo del Satiro.

La nota struttura che ospita l’emblema della cultura mediterranea, nelle sale dell’ex chiesa quattrocentesca di Sant’Egidio, nella città di Mazara del Vallo, è infatti sotto le intendenze della Regione Siciliana, e proprio all’inizio della settimana è stato al centro delle polemiche di molti cittadini. Coinvolti dalla chiusura anticipata anche la Villa del Casale di Piazza Armerina, e la Casa-Museo Pirandello sita nella Valle dei Templi.

 

Autore | Enrica Bartalotta

Foto di Sara Di Nardi