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Il celebre documentario del regista e teorico francese Jean Epstein girato nel 1923, “La montagne infidèle“, si riteneva smarrito. È stato, invece, ritrovato e restaurato dalla Filmoteca de Catalunya.

Il documentario di Epstein sull’Etna

Nel giugno del 1923 due crateri si aprirono sull’Etna, versante di Linguaglossa, con conseguenti torrenti di lava che minacciarono la cittadina. Il fronte lavico, largo 150 metri, si fece strada tra le esplosioni, avanzando a una velocità tra 2 e 6 chilometri l’ora.

Jean Epstein, temerario documentarista francese d’origine polacca, venne in Sicilia a filmare, insieme all’operatore Paul Guichard. Il documentario muro “La montagne infidèle“, prodotto dalla storica Pathé Consortium Cinema, ha una durata di 21 minuti, è girato in 35 mm ed è naturalmente in bianco e nero.

Le riprese sono molto ravvicinate. Il fiume di lava, che si aprì sul versante nord-est del vulcano (tra 2500 e 2000 metri), distrusse vigneti e noccioleti, la stazione della ferrovia di Castiglione di Sicilia, e le strade di collegamento tra Linguaglossa e Randazzo, nonché abitazioni di contrada Cerro e delle frazione di Catena. I cittadini di Linguaglossa portarono il bastone del patrono Sant’Egidio fino a Catena. La lava si fermò dopo qualche giorno.

A lungo il film di Epstein si ritenne perduto. È stato, invece, ritrovato e restaurato dalla Filmoteca de Catalunya, quindi presentato a Pordenone durante la 41esima edizione delle Giornate del Cinema Muto. Fu una eruzione molto violenta e causò molti danni.

“La montagne infidèle” mostra il punto di vista del cineasta colpito dall’irrompere della furia della natura sull’idilliaco paesaggio agricolo siciliano, rivelando anche alcuni dettagli di natura storica, legati al periodo in corso in Sicilia.

Foto via Filmoteca de Catalunya.