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Nell’Agrigentino nascerà il Museo Multimediale delle vie dello Zolfo. Sarà realizzato all’interno del Castello Chiaramontano di Favara grazie al finanziamento che il Comune ha ottenuto tramite il Gal Sicilia Centro Meridionale di cui Favara fa parte. Somme che arrivano dal bando 7.5.

Progetto pensato e redatto dall’architetto Giacomo Sorce e che punta su quella identità mineraria che in passato interessava tre province: Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Surfarara- Carrittera e Carusi – viene ricordato – per decenni hanno garantito alle comunità locali ed in primis anche a Favara economia e dignità della loro fragilissima vita. Ed a proposito di fragilità, grazie a questo progetto, il Castello di Favara edificato nel 1270 da Federico II, della famiglia dei Chiaramonte vedrà degli interventi importanti di adeguamento ed abbattimento delle barriere architettoniche che consentiranno ai diversamente abili di poterne usufruire facendolo divenire un centro di aggregazione culturale e sociale. Infatti, sono previsti parecchi interventi come ad esempio la sistemazione di grondaie, ringhiere, impianti elettrici e di sicurezza, degli infissi, la sostituzione della passerella a servizio della Corte e la collocazione di bagni riservati ai disabili.

Inoltre, ci sarà tutta la strumentazione tecnologica necessaria idonea a garantire l’attivazione del Museo Multimediale dove sarà raccontata la storia dello Zolfo in Sicilia, dei Siciliani che lavoravano e vivevano dentro le Miniere, la storia e la realtà attuale dei siti minerari siciliani delle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna con particolare attenzione ai siti presenti nel territorio di Favara le miniere Ciavolotta e Lucia. Non va dimenticato che anche la famiglia di Luigi Pirandello possedeva una miniera di zolfo a Comitini in contrada Mintini, chiamata “Taccia Caci”. È stata restaurata alcuni anni fa ma poi lasciata all’abbandono.