Ferdinando’s Focacceria, aperto nel 1904 nel quartiere di Carroll Gardens, era considerato il più antico ristorante siciliano di New York City. Per oltre un secolo, ha offerto autentiche specialità dell’Isola, come le panelle e le arancine, diventando un punto di riferimento per intere generazioni. Il locale era un simbolo vivente della diaspora siciliana e della sua cultura gastronomica, testimone silenzioso della trasformazione del quartiere e della città stessa.
Non era solo un ristorante, ma un archivio di memoria collettiva: una parete ricoperta di foto d’epoca, i richiami a una Sicilia familiare e lontana, e una cucina fedele alle origini. Tra i suoi clienti, Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese, che vi ambientò una scena de The Departed (2006), conferendogli una fama cinematografica.
Una chiusura inaspettata e silenziosa
Nel febbraio 2025, Ferdinando’s ha chiuso improvvisamente i battenti. Nessun evento celebrativo, nessun addio in grande stile. Solo un messaggio sobrio su Instagram, che annunciava la fine di un’epoca: “Scomparire nel tramonto del Red Hook in silenzio, senza clamori, è stato ritenuto un finale appropriato e discreto”.
Il motivo? Una combinazione di problemi di salute del proprietario Frank Buffa, emigrato da Palermo nel 1971, e delle difficoltà economiche post-pandemia, che hanno radicalmente cambiato le abitudini dei clienti. “È stata una decisione difficile e dolorosa”, scriveva la famiglia, “ma comunque necessaria”.
L’eredità siciliana passa di mano
La storia, però, non si è conclusa. A sorpresa, un mese dopo, è stato annunciato che Sal Lamboglia, noto ristoratore di Brooklyn e volto familiare del quartiere, rileverà Ferdinando’s. La notizia è stata accolta con entusiasmo: Lamboglia è l’anima dietro Cafe Spaghetti, Swoony’s e Sal Tang’s, tutti a breve distanza.
“Per me è un onore ricevere le chiavi di un’istituzione di Brooklyn come Ferdinando’s”, ha dichiarato Lamboglia. “Non vedo l’ora di onorarne l’eredità e di espandere il gruppo di ristoranti che stiamo costruendo qui a Carroll Gardens”.
Il contratto è stato firmato alla fine di marzo e, secondo quanto riportato dal New York Post, tra i pretendenti alla gestione figuravano anche un pizzaiolo di Brooklyn e uno chef stellato. Ma Buffa non ha avuto dubbi: “È l’unico in grado di farlo… non è una questione di chi ha pagato di più”.
Tradizione e rinnovamento
Il nome del ristorante resterà lo stesso, così come gran parte dell’arredamento originale, comprese le foto storiche appese alle pareti. La ristrutturazione riguarderà soprattutto la cucina e il giardino sul retro.
Buffa ha persino offerto a Lamboglia le sue storiche ricette, comprese quelle delle celebri panelle. “Mi piacciono le sue idee. È uno stile moderno”, ha spiegato. “Metterà un drink speciale nel menu… ma forse manterrà anche alcune vecchie ricette siciliane”.
Il rinnovato Ferdinando’s promette di fondere memoria e innovazione, continuando a raccontare una storia di Sicilia, resilienza e comunità. “Continuerà a modo suo”, ha detto Buffa, con un sorriso.
La riapertura è prevista nei prossimi mesi. I lavori sono già in corso e, secondo le anticipazioni, il cuore del ristorante non cambierà. Lo spirito di Frank Buffa, che “non si è mai preso un giorno di malattia” in cinquant’anni, continuerà a vivere tra quelle mura.
Come ha detto un residente del quartiere: “In qualsiasi giorno, potevi passare e vedere Frank in vetrina, che preparava le famose panelle e salutava chiunque passasse”. Il nuovo corso di Ferdinando’s è pronto a scrivere un altro capitolo di una lunga storia d’amore tra New York e la Sicilia.