Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Il Sole 24 Ore intervista lo chef palermitano Filippo La Mantia, che di recente ha portato nuovamente la cucina siciliana a Milano, con l’apertura al Mercato Centrale: “Sono un ragazzo di strada, per me Palermo è un libro aperto”.

Filippo La Mantia si racconta

Sono di Palermo. Prima ho amato alla follia questa città. Poi l’ho odiata. Adesso sono tornato ad amarla. Sono un ragazzo di strada. Per me Palermo è un libro aperto. E sono in grado di leggerlo e di scriverlo”. A parlare è il cuoco Filippo La Mantia, che si racconta in una lunga intervista a Il Sole 24 Ore.

La Mantia, che pochi mesi fa ha dato inizio alla sua nuova avventura al Mercato Centrale di Milano, è tornato in Sicilia venti giorni fa: “Ho già preso tre chili”, racconta. “Non faccio altro che cucinare. Ieri ero a Pantelleria e ho cucinato dalle cinque del pomeriggio alle nove e mezza di sera. Ho preparato una ricciola da otto chili”.

Non tutti lo sanno, ma nel passato del cuoco palermitano, che oggi ha 61 anni, c’è anche l’esperienza come fotografo di cronaca nera, nell’agenzia di Letizia Battaglia. Poi, fra Roma e Milano, è diventato uno chef. “L’adolescenza a Palermo è stata molto bella. La città era piena di contraddizioni. Ma, nelle estati degli anni Settanta, per un ragazzo era come Miami: vita notturna, mare, concerti, locali”, ricorda.

Filippo La Mantia Racconta: “Letizia (Battaglia, ndr) mi manca molto. Il periodo con lei è stato folle e bellissimo”. Dal passato al presente, si torna poi a parlare di cucina: “La mia cucina è la cucina delle nonne. Oggi i ragazzi, con cui ho un grande rapporto, amano lo street food, che qui a Palermo funziona bene nei tanti locali che sono stati aperti nel centro storico. È, appunto, la cucina delle loro nonne, che è stata demonizzata a lungo”.

La Mantia, dal 2015, ha aperto il suo locale in piazza Risorgimento, a Milano. Un’avventura terminata sotto i colpi della pandemia, che ha lasciato spazio alla recente riapertura al Mercato Centrale. Proprio con la città di Milano ha un legame speciale, culminato con l’Ambrogino d’Oro: “Durante la pandemia, ho accettato con entusiasmo la richiesta dell’ospedale Niguarda di Milano di mettere a disposizione le mie strutture e i miei collaboratori per cucinare per infermieri, tecnici e medici. Ricevere l’Ambrogino d’oro ha rappresentato una grande emozione”.

Articoli correlati