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Forbes torna a celebrare il mondo del vino siciliano. Dopo aver esaltato le qualità della Sicilia come regione vinicola più importante d’Italia, stavolta il focus è sulle donne del vino che lavorano sulla nostra isola.

Le donne del vino di Sicilia su Forbes

La produzione di vino in Sicilia, ormai da un po’ di anni, riceve consensi su scala internazionale. Come confermato da un recente articolo di Forbes, l’isola vanta un patrimonio davvero notevole, che riesce a dare vita ad etichette molto apprezzate.

La prestigiosa testata è tornata sull’argomento, soffermandosi sulle storie delle donne del vino in Sicilia. La giornalista Cathrine Todd ha parlato dei vitigni autoctoni e delle figure femminili che lavorano sul campo.

Si comincia con Barbara Tamburini, enologo di Duca di Salaparuta, che ha lavorato in Piemonte e Toscana, ricevendo il Golden Pegasus, uno dei più prestigiosi premi enologici toscani.

Le storie

«Non si possono nemmeno citare le donne del vino in Sicilia senza parlare di José Rallo, uno dei proprietari di famiglia dell’azienda vinicola Donnafugata, famosa in tutto il mondo che, con la madre, è stata pioniere in Sicilia», scrive Todd.

«La madre di José Rallo – spiega – è stata la prima viticultrice in Sicilia e molti pensavano che suo padre, Giacomo Rallo, fosse pazzo per aver permesso a una donna di sorvegliare i vigneti. Poiché sua figlia José ha mostrato lo stesso dono per la narrazione che aveva Giacomo, ha deciso di mandarla nel mondo esterno, a lavorare per grandi aziende, in modo che potesse tornare e dire alla famiglia come  commercializzare i loro vini come vini siciliani, in mercati di esportazione che all’epoca non esistevano».

Dal momento che le donne hanno giocato un ruolo essenziale nei loro vini, José ha deciso di concentrarsi sul viaggio femminile, chiamando i vini  “Donnafugata“: la donna che impara a volare da sola così può tornare per dare potere a tutti gli altri. Donnafugata ha introdotto i nomi di molti vitigni autoctoni siciliani ai bevitori di vino a livello globale e due di questi vitigni autoctoni a bacca rossa sono conosciuti grazie a lei: Nero d’Avola e Frappato.

Si continua, nell’articolo di Forbes, con Planeta e con un’altra donna del vino di Sicilia: Patricia Tóth, enologo per l’azienda da oltre 13 anni. Un’ungherese che ha fatto della Sicilia la sua patria adottiva e che ha parlato dell’importanza del vigneto di Frappato mostrando il serio potenziale di quest’uva. Un’altra donna, Anna Alessandro, viene scelta in rappresentanza di Alessandro di Camporeale.

Donne del vino siciliane tra le più influenti d’Italia

«Una delle cose più sorprendenti della Sicilia è come qui si possa mantenere gran parte del fascino del vecchio mondo, ma essere innovatori in altri modi – scrive Forbes -. Il governo locale è stato un leader nell’investire in iniziative di ricerca agricola».

«Nessun’altra regione ha una migliore comprensione della moltitudine delle proprie uve autoctone, quindi la Sicilia ha stabilito lo standard per la ricerca sui vitigni autoctoni per altre regioni vinicole italiane. In un certo senso, l’innovazione e la conservazione dei vecchi metodi sembrano un connubio illogico, ma ciò che sembra impossibile altrove è possibile in Sicilia».

Le donne del vino siciliane sono tra le donne del vino più influenti in Italia e ci sono viticoltrici provenienti da altri luoghi, attratte dalla produzione della nostra Isola. «È impossibile mettere in una scatola le donne del vino in Sicilia, proprio come per comprendere a fondo tutto ciò che riguarda la Sicilia stessa richiederebbe diverse vite; una volta che uno crede di saperlo, qualcos’altro arriva a contraddire la sua prima conclusione».

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