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Atlante immaginifico di un’isola e dei suoi tesori esplorati in volo, inseguendo nuove prospettive

MODICA (Rg), 14 novembre 2018 – Dai profondi abissi blu delle sue isole, alle vertigini delle montagne; dal rigore assiale delle geometrie urbane, all’abbraccio rotondo e matematicamente perfetto dei teatri di pietra; dalla scarnificazione estrema delle isole all’energia primordiale dei vulcani, fino al silenzio rarefatto e remoto di siti archeologici e preistorici. A Modica, con “Sicilia, l’isola mai vista”, mostra di foto aeree di Luigi Nifosì [7 dicembre 2018 – 6 gennaio 2019] nella doppia sede dell’Ex Convento del Carmine e della Fondazione Grimaldi, è di scena un’autentica ebbrezza dei sensi guidata da un senso – la leggerezza – che, invero, non è in dotazione agli esseri umani: levarsi in volo, superare il vincolo terrestre della gravità, cullarsi fra aria e vento. E ancora: osservare l’opera dell’Uomo dall’inedita prospettiva verticale – privilegio di piloti, creature alate e, di recente, di navigazioni virtuali con Google Earth – fino a credere di possederla, questa infinita e azzurra bellezza, nella visione d’insieme di uno sguardo dalle nuvole. Inaugurazione venerdì 7 dicembre, dalle ore 19 (presentazione ore 18, Auditorium Floridia).

In mostra a Modica, infatti, sono oltre cento scatti aerei, stampati in grande formato (100×70 cm), selezionati dall’immenso archivio di immagini realizzato negli ultimi vent’anni dall’infaticabile Nifosì durante le sue “perlustrazioni celesti” fra i cieli della Sicilia e quelli dei suoi arcipelaghi, a bordo di elicotteri militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Ripartita in quattro sezioni – archeologia, città, isole e vulcani – “Sicilia, l’isola mai vista” è impaginata a Modica in due sedi: l’ex Convento del Carmine, dove sfogliare l’atlante visivo di città, isole e vulcani, e la Fondazione Grimaldi, che propone un viaggio nel tempo con la selezione degli scatti dedicati ai siti archeologici, preistorici e rupestri. Una mappatura pressoché completa, quella con cui Nifosì, da trent’anni documenta per gli studi di soprintendenze e atenei l’immenso giacimento dei tesori dell’arte, dell’urbanistica e della natura siciliana: un mosaico di fotogrammi che, insieme, ricompongono nelle sue mille sfaccettature l’anima millenaria e multiculturale dell’isola più grande del Mediterraneo. I saggi introduttivi alla mostra di Modica, affidati alle penne autorevoli di due illustri studiosi – lo storico contemporaneo Uccio Barone (Università di Catania, Dipartimento Scienze Politiche) e lo storico dell’arte Paolo Nifosì – esplorano e approfondiscono inoltre il valore culturale, artistico e persino sociale di questa lunga e appassionata indagine del fotoreporter sciclitano: l’ennesima opportunità di conoscere meglio – e dunque amare, rispettare, tutelare, tramandare intatte alle nuove generazioni – lo sterminato patrimonio paesaggistico e culturale che possiede la Sicilia.

Del candido stupore che suscita la Sicilia “mai vista” negli scatti aerei di Luigi Nifosì ha scritto anche il romanziere e critico letterario francese Dominique Hernandez: “Vista dall’alto, la Sicilia non somiglia affatto a ciò che se ne coglie al livello del suolo. E sembra persino che certi monumenti siano stati concepiti e realizzati per essere visti dall’ alto, anche se, all’ epoca della loro costruzione, ovviamente, l’elicottero non era stato inventato. Nessun architetto aveva la minima idea che un giorno potessero essere visti dal cielo”. E così la fantasia si scatena: Mozia appare un’isola-merletto con gli ordinati riquadri dei suoi filari di vigne; Grammichele e la sua pianta esagonale ricordano un’astronave nel cuore della Sicilia; Donnafugata e i giardini all’italiana fanno pensare a una piccola Versailles mentre a Selinunte, le colonne del tempio che riposano sul prato sembrano i giocattoli di una divinità bambina, frettolosamente e disordinatamente dimenticati “per terra”.

In evidenza, per appassionati, studiosi – e, perché no, anche per quelle istituzioni cui è demandata, in Italia, la tutela del patrimonio culturale del Paese – alcuni scatti assolutamente inediti realizzati da Nifosì in siti archeologici e preistorici semisconosciuti come Mokarta (Salemi, Tp), Palikè (Palagonia, CT), Monte Adranone (Sambuca di Sicilia, Ag), Monte Jato (San Giuseppe Jato, Pa), Monte Turcisi (Castel di Iudica, Ct) e Tapsos (Priolo, Sr): sono acropoli, agorà, piccoli villaggi che ai profani possono apparire semplici composizioni di ruderi ma che, nella prospettiva insolita della visione aerea, diventano per ricercatori e laureandi in beni culturali un nuovo ed eccitante stimolo di studio, confronto e approfondimento.

La mostra “Sicilia, l’isola mai vista” di Luigi Nifosì, a cura di Uccio Barone, Tonino Cannata e Paolo Nifosì, è promossa dal Comune di Modica, dalla Fondazione Teatro Garibaldi e dalla Fondazione Grimaldi e realizzata grazie al supporto di Banca Agricola e Popolare di Ragusa, Cora Banche, Dolceria Bonajuto, DM Barone e SOA Officine Ortopediche. Si ringraziano: i Carabinieri di Siracusa (Nucleo Tutela Beni Culturali e Ambientali, BBCCAA) e di Catania (12° Reparto Volo); la Guardia di Finanza di Palermo (Comando Regionale) e di Boccadifalco (Sezione aerea). Visite: ex Convento del Carmine (piazza Matteotti) dal lunedì al sabato 16-20, domenica e festivi 10-13 e 16-20 (aperto anche nei rossi di calendario di dicembre e gennaio); Fondazione Grimaldi (corso Umberto 106) dal lunedì al sabato 9-13 e 16-20; domenica 16-20. Ingresso 2 euro (biglietto valido per entrambe le sedi). Info www.fondazioneteatrogaribaldi.it; email info@fondazioneteatrogaribaldi.it.

LUIGI NIFOSI’ biografia

Luigi Nifosì, Scicli, 1958. Inizia con la fotografia informale per poi dedicarsi al patrimonio monumentale ed ambientale della Sicilia: ricerca trentennale confluita in un vasto e articolato archivio fotografico composto da centinaia di migliaia di immagini. Frutto della sua passione per il volo, l’esclusivo apparato delle fotografie aeree realizzate sui principali siti urbanistici, archeologici e paesaggistico-ambientali della Sicilia. Ha lavorato a Malta, per conto dell’Università di Catania (Dipartimento Archeologia), per la catalogazione delle catacombe di San Paolo di Medina. Collabora con alcune tra le principali testate italiane e internazionali. E’ rappresentato dalla agenzia fotografica francese “La Collection” di Parigi. Si sono interessati alla sua ricerca fotografica, tra gli altri: Dominique Fernandez, Paolo Portoghesi, Donatella Bianchi, Valeria Volatile, Paolo Nifosì, Paolo Giansiracusa, Pippo Pappalardo, Marina Benedetto, Carmela Grasso, Sebastiano Favitta, Attilio Gerbino, Gaspare Urso, Michele Fronterè, Maurizio Di Dio, Carla Sfameni.