PALERMO – Non soltanto i consueti pizzo e spaccio, ma perfino il controllo del mercato dei frutti di mare. C'era anche questo nell'operazione Panta Rei, che portò al fermo di 38 persone a dicembre 2015. Molti, sottolinea il "Giornale di Sicilia", sarebbero gli appartenenti al clan di Porta Nuova, Villabate e Bagheria. E ci sarebbe stata una donna al vertice: Teresa Marino, moglie di Tommaso Lo Presti, aveva ricevuto il delicatissimo compito di aiutare economicamente le famiglie dei carcerati.

Nel blitz finirono in carcere anche Domenico e Giuseppe Tantillo del Borgo Vecchio. Il secondo da qualche tempo collabora con i pm. Dalle indagini emerge, ancora una volta, che il mandamento di Porta Nuova è il più influente della città, indipendentemente da chi lo governi. Nel blitz finirono i cella i capimafia delle tre famiglie che ne fanno parte: Porta Nuova, Palermo centro e Borgo Vecchio. Così come in cella sono finiti pure i boss di Bagheria e Villabate, pronti a raccogliere le macerie di un mandamento fiaccato dalle operazioni.

Sul fronte pizzo, sono una trentina le estorsioni contestate agli indagati. Solo quattro commercianti hanno denunciato spontaneamente di essere rimasti vittima del racket. Tutti gli altri lo hanno fatto solo dopo essere stati messi con le spalle al muro dall'evidenza delle indagini. Quando ormai per loro si profilava l'incriminazione per favoreggiamento aggravato hanno scelto di stare dalla parte dei carabinieri.

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