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Cosa lega alla Sicilia Giorgio Locatelli, nuovo giudice di MasterChef di origini lombarde? Il legame c'è, e oggi vi sveliamo qual è.

Procediamo con ordine.

Locatelli è il più famoso cuoco italiano al di fuori dei confini nazionali. La sua Locanda Locatelli, che si trova a Londra, è uno dei locali più apprezzati. 55 anni, nato a Coregeno di Vergiate (un borgo sulla riva lombarda del lago Maggiore), dal 1986 ha iniziato a girare il mondo seguendo la buona cucina, da Parigi a Londra. Nel 1995, ha aperto Zafferano, primo ristorante italiano a Londra a conquistare una Stella Michelin. Un riconoscimento che si è portato dietro nel 2002, quando insieme alla moglie si è spostato alla Locanda Locatelli.

Ma torniamo alla domanda iniziale: cosa lega Giorgio Locatelli alla Sicilia?

L'Isola ha un posto speciale nel suo cuore, perché e alla cucina siciliana che ha dedicato il suo libro migliore, Made in Sicily (uscito nel 2011). Si tratta di un vero e proprio atto d'amore nei confronti di questa terra, una proposta per un turismo enogastronomico di qualità. Il libro è scritto in lingua inglese ed è diviso in sette capitoli dedicati alle ricette: antipasti, verdure, cous cous e zuppa, pasta, pesce, carne, dolci.

A proposito di un soggiorno a Menfi, Locatelli ha scritto:

“…il primo giorno sono andato a fare una passeggiata in paese in cerca di ingredienti… Adesso è la mia routine quotidiana. Ad esempio, compro un giornale, faccio una pausa per un caffè, magari mangio un pasticcino al bar. Poi compro della verdura e un po’ di carne per Margherita, lei è allergica al pesce. Poi, passo da uno dei dieci o dodici fornai a comprare del meraviglioso pane locale. Durante la mia prima vacanza non ho avuto tempo per riempire la dispensa con spezie o condimenti, avevo una cucina ricca di prodotti freschi; naturalmente ho comprato troppo, non si può resistere ai carciofi, ai pomodori, ai peperoni. Avevo sale, pepe e un coltello. Tutto qui. A Londra si vive in modo organizzato, ma in un paese siciliano la lista della spesa non serve, basta uscire e vedere cosa c'è. In un certo senso limita, ma ti fa sentire anche libero e ispirato perché è un modo naturale di cucinare. Gli ingredienti sono in mostra, li vedi, decidi cosa cucinare. Questo è essere siciliani. In questo testo non ci sono cose complicate, gli ingredienti sono così particolari che parlano da soli. Lo comprende solo chi è stato in Sicilia. Se non ci siete stati, dovete assolutamente andare”.