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È partito dalla Sicilia per andare a combattere il Coronavirus nel Nord dell’Italia. Si chiama Giuseppe Anzelmo, ha 27 anni e si è laureato in Medicina a Palermo e ha aderito al bando della Regione Lombardia per l’emergenza sanitaria. Dal 18 marzo è in servizio a Crema, in uno degli ospedali della battaglia al Covid-19.

Grazie alla sua conoscenza della lingua inglese, affiancherà i medici cubani nella struttura da campo allestita dall’esercito. L’equipe cubana è arrivata per supportare l’ospedale, sovraccarico di pazienti, alle prese con medici e infermieri contagiati.

«I bollettini di morte mi turbavano, non riuscivo più a studiare – ha detto Giuseppe all’Ansa -. I familiari hanno provato a fermarmi ma non ci sono riusciti. Mi sono licenziato dal laboratorio di prelievi, dove mi hanno anche mandato a quel paese: ma per loro un medico in più o in meno cambiava nulla, io invece volevo salire a dare una mano. Lo avevo proposto anche agli amici di università ma non se la sono sentita».

«Sono arrivato la sera del 17 marzo e la mattina successiva ero in turno al pronto soccorso», guidato dalle istruzioni «chiare e concise» di medici e infermieri. «Non ero mai stato in pronto soccorso, né con malati di questo tipo. Al primo impatto – spiega – onestamente avevo paura di essere contagiato, temevo qualsiasi tipo di contatto. Ma dopo un’ora giravo per i vari reparti, con tutti i dpi necessari forniti dall’azienda».

Giuseppe ha raccontato che, oltre al supporto sanitario, è fondamentale dare un sostegno emotivo ai pazienti, che vivono una condizione di totale allontanamento dai loro affetti più cari.

Non possiamo che fare tanti complimenti a questo giovane siciliano e mandargli un grande in bocca al lupo.

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