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Chi è Giuseppe Ayala? Biografia e carriera dell’ex magistrato ed ex politico siciliano. Dove è nato, quanti anni ha, quali indagini ha seguito. Le dichiarazioni sull’agenda rossa di Paolo Borsellino. Quali incarichi ha ricoperto, cosa fa oggi.

Giuseppe Ayala

Giuseppe Maria Ayala, noto come Giuseppe Ayala, nasce a Caltanissetta, il 18 maggio del 1945, quindi ha 78 anni. Studia al liceo classico Ruggero Settimo di Caltanissetta, quindi prosegue gli studi con la laurea in Giurisprudenza, conseguita presso l’Università degli Studi di Palermo. Esercita la professione di avvocato presso lo studio di uno dei più celebri penalisti palermitani, quindi entra in magistratura.

È, prima, pretore a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, quindi diviene sostituto procuratore della Repubblica di Palermo. Sebbene non faccia propriamente parte del pool antimafia, in quanto sostituto procuratore e non giudice istruttore, collabora con esso e porta a processo i risultati delle indagini del pool. Grazie a quelle indagini vengono emesse alcune condanne.

Al primo maxiprocesso, Giuseppe Ayala è pubblico ministero, insieme al collega Signorino. Diviene poi Consigliere di Cassazione. È del 1989 la decisione del Consiglio Superiore della Magistratura di trasferirlo ad altra sede, per incompatibilità ambientale. La decisione causa numerose polemiche ed Ayala decide di ricorrere nell’immediato al Tar siciliano che, un mese dopo, sospende il provvedimento.

Politica

Nel 1992 viene eletto alla Camera dei Deputati: diviene così un deputato nelle file del Partito Repubblicano Italiano. In seguito Ayala passa ad Alleanza Democratica, confermando il seggio alla Camera dei Deputati nel 1994. Dopo la scomparsa di AD, aderisce al progetto dell’Unione Democratica di Antonio Maccanico, con la quale viene eletto al Senato nel 1996 . Poi, in corso di legislatura, passa tra i Democratici di Sinistra, partito con il quale viene eletto senatore nel 2001 fino al 2006.

Dal 1996 Giuseppe Ayala è Sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia, durante il governo Prodi I. L’incarico gli viene riconfermato anche nei successivi governi D’Alema I e II, fino al 2000. Terminata l’esperienza in politica nel 2006, rientra in magistratura, ricoprendo il ruolo di consigliere di una sezione civile presso la Corte di Appello dell’Aquila (2006-2011). Dal dicembre 2011 è in pensione. Il 13 aprile 2018 Ayala rimane coinvolto in un incidente in moto mentre sta percorrendo una strada di Palermo: viene travolto da un’auto e riporta la frattura del femore.

L’agenda rossa di Paolo Borsellino

In seguito della strage di via D’Amelio, nell’attentato sparisce l’agenda rossa del magistrato Paolo Borsellino, sulla quale il giudice avrebbe annotato le più importanti considerazioni e fatti che riguardavano la mafia. Ayala è uno dei primi ad arrivare sul luogo della strage e, in seguito, rende testimonianze che i magistrati ritengono discordanti. Nell’aprile del 2023, parlando all’AdnKronos, Giuseppe Ayala torna su quelle testimonianze.

“Io continuo ad avere un grande rispetto per la magistratura, ma sono davvero amareggiato per quello che i giudici scrivono nelle motivazioni della sentenza. Io, in quel momento, mi ero appena imbattuto nel cadavere del mio amico Paolo (Borsellino ndr), che era senza gambe e senza braccia. Ho fatto fatica a riconoscerlo. E c’era questa storia della borsa, ovviamente chiusa. Io ignoravo il contenuto della borsa e mi sono confuso. A distanza di anni. Dopo 15 anni, 20 anni“.

Ayala commenta così le parole scritte dai giudici del Tribunale di Caltanissetta nelle motivazioni della sentenza del processo depistaggio Borsellino. “Pur comprendendone lo stato emotivo profondamente alterato, appare inspiegabile il numero di mutamenti di versione rese nel corso degli anni in ordine alla medesima vicenda”, scrivono i giudici. Per i giudici “restano insondabili le ragioni di un numero così elevato di cambi di versione, peraltro su plurime circostanze del narrato”.

Secondo Ayala, i giudici “non tengono conto delle condizioni in cui mi trovavo in quel momento della mia vita, personale e professionale, del grande legame che notoriamente mi univa a tutti i membri del pool, lo sanno tutti, ma come si fa a dubitare? Un po’ di prudenza andrebbe suggerita ai magistrati”. “Sono tranquillo, per me parla la mia vita professionale, questo mi dispiace dal punto di vista umano”.

Foto di Elena Torre, CC BY-SA 2.0.

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