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Chi è Giuseppe Furino? Biografia e carriera del centrocampista d’origine siciliana che ha scritto pagine di storia della Juventus. Dove è nato, quanti anni ha, perché è diventato famoso. Cosa è successo nel 2022, come sta oggi. Tutte le curiosità.

Giuseppe Furino

Nato come Giuseppe Furino, ma noto a tutti come Beppe, nasce a Palermo il 5 luglio del 1946, quindi ha 77 anni. È alto 1,67 m. Le origini sono usticesi da parte di madre e napoletane da parte di padre. Rimane molto poco in Sicilia poiché la famiglia si trasferisce ad Avellino, seguendo la carriera del padre maresciallo della Guardia di Finanza. Rimane ad Avellino fino agli otto anni (con un periodo a Ustica di 12 mesi per fuggire a un’epidemia di tifo). Vive anche a Napoli e Agropoli nell’adolescenza, arrivando a Torino 15enne.

In seguito al ritiro dal mondo del calcio si stabilisce definitivamente a Moncalieri, facendo l’assicuratore. Nel 2015 si candida a sindaco della città, ma non viene eletto. Riceve nel 2017 la cittadinanza onoraria di Agropoli. Durante la pandemia di Covid-19, nel marzo del 2021, perde la moglie Irene e, l’anno seguente, viene colpito da una emorragia cerebrale, che lo costringe ad affrontare un successivo periodo di riabilitazione.

In un’intervista del febbraio del 2023 a Repubblica, rivela di essere ancora in fase di recupero. “Mia moglie ripeteva che sulla mia lapide scriveranno: ‘La Juve è stato l’amore della sua vita’. In effetti io questa squadra l’ho sposata”, spiega. Quindi aggiunge: “Mi alleno più di prima con l’amore della gente”.

Carriera

Giuseppe Furino cresce a livello sportivo nel vivaio della Juventus. Nel campionato 1966-1967 i piemontesi lo danno in prestito in Serie B al Savona, dove diventa subito titolare nel ruolo di mediano. Dopo la retrocessione dei liguri disputa con loro un campionato di Serie C, poi viene ceduto in prestito in massima serie al Palermo, nella stagione 1968-1969, con diritto di riscatto fissato a 30 milioni di lire.

Giuseppe Furino nel 1972

Giuseppe Furino nel 1972

L’allenatore rosanero, Carmelo Di Bella, lo schiera per la prima volta alla terza partita di Coppa Italia. Alla quarta giornata, il 27 ottobre 1968, realizza il suo primo gol in Serie A. Chiude la parentesi siciliana disputando 27 delle 30 partite di campionato. Nell’estate del 1969 torna alla Juve.

La svolta a Torino arriva nel 1970 e Giuseppe Furino diviene presto uno degli inamovibili della squadra. Nel corso dei seguenti tre lustri all’ombra della Mole conquista otto campionati italiani. Nell’estate del 1976, con la partenza di Pietro Anastasi, eredita i gradi di capitano del club che mantiene per i successivi sette anni, vivendo in gran parte l’epopea del plurivittorioso ciclo di Giovanni Trapattoni. Nella stagione 1981-1982, 36enne, dopo oltre un decennio in bianconero è ancora tra i protagonisti dell’undici titolare. Progressivamente perde centralità nell’undici base e, nell’estate del 1983 cede anche i gradi di capitano a Gaetano Scirea.

Chiude la carriera in bianconero, e contestualmente quella agonistica, il 6 maggio 1984, dopo 361 partite di campionato spalmate in quindici stagioni. Trapattoni lo schiera per il secondo tempo di Juventus-Avellino, per permettergli di conquistare il suo ottavo tricolore personale, eguagliando così l’allora primato di Giovanni Ferrari e Virginio Rosetta. Tale primato gli è strappato trentaquattro anni dopo da un altro capitano juventino, Gianluigi Buffon.

Nel 1991 Giampiero Boniperti lo riprende nei quadri tecnici della Juventus in qualità di responsabile del settore giovanile, carica che ricopre sino al 1998. In questo lasso di tempo la formazione Primavera bianconera, allenata dall’ex compagno di squadra Antonello Cuccureddu, conquista nella stagione 1993-1994 il Torneo di Viareggio  e il campionato di categoria, nonché la sua prima Coppa Italia Primavera nell’annata 1994-1995.[31]

Nazionale

In Nazionale, Giuseppe Furino non riesce a essere protagonista come nella Juventus. Con la maglia azzurra disputa tre partite in tutto, di cui la prima il 6 giugno al campionato del mondo 1970 in Messico, subentrando nella ripresa ad Angelo Domenghini nella partita contro l’Uruguay; in questa rassegna iridata è vicecampione del mondo. Torna a vestire l’azzurro nel 1973, non venendo tuttavia convocato da Ferruccio Valcareggi per il successivo campionato del mondo 1974 in Germania Ovest.

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