La granita più buona d’Italia si mangia a Palermo. Al Sigep di Rimini, appuntamento mondiale di riferimento per il food che si svolge ogni anni, ha trionfato Fabio Loriano, titolare di Brioscia in via Roma, che si è piazzato al primo posto del concorso Granite d’Italia, con la sua proposta al gusto di mandorla e miele. Una ricetta dello stesso Loriano, che riflette l’anima della Sicilia.
I successi siciliani non si sono fermati qui, perché al terzo posto si è piazzato un altro siciliano: Mimmo Lucchese, patron della storica gelateria in piazza San Domenico, a Palermo, che ha presentato una granita alla ricotta di pecora, condita con capperi canditi.
Alla competizione hanno partecipato oltre trenta professionisti, selezionati da una giuria composta da Mario Serani (vicepresidente dell’Associazione italiana gelatieri), Claudio Bove (presidente dell’Associazione italiana gelatieri Puglia), Cristian Monaco (ambasciatore del gelato nel mondo) e Paolo Costantini (ambasciatore del gelato nel mondo).

I gelatieri si sono cimentati nella preparazione della granita tradizionale italiana, interpretandola seguendo la loro creatività. Tra le classiche mono gusto e le varianti alla frutta o alle spezie, ha trionfato la tradizione
Oltre al Concorso Granite d’Italia, si è anche disputato il Concorso Sorbetti dal Mondo. Anche in questo caso, la Sicilia ha conquistato il gradino più alto del podio, con Alessandro Squatrito del Ritrovo Orchidea di Oliveri, in provincia di Messina.
Granita, storica eccellenza di Sicilia
Le origini della granita siciliana vengono fatte risalire alla dominazione degli arabi nell’isola. Furono loro a portare la ricetta dello sherbet. In origine si usava la neve, raccolta sui monti Peloritani, sui Nebrodi, sulle Madonie, sull’Etna e sui monti Iblei, che si stivava nelle neviere. In estate si prelevava il ghiaccio, che si grattava e si ricopriva di sciroppi di frutta o fiori.
Questa preparazione era diffusa ancora fino al primo Novecento con il nome di “rattata”. Durante il XVI la ricetta dello sherbet fu notevolmente migliorata: si scoprì che si poteva usare la neve, mista a sale marino, come eutettico per congelare le preparazioni. Nacque il pozzetto, un tino di legno con dentro un secchiello di zinco, che poteva essere girato con una manovella. La granita preparata in questo modo ha sostituito la “rattata”. Nel XX secolo il pozzetto manuale raffreddato da ghiaccio e sale e stato soppiantato dalla gelatiera, arrivando alle moderne produzioni di oggi.