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clockCosa accadde tra il 5 ed il 14 ottobre del 1582? E’ inutile cercare nei libri di storia, perché in quei giorni non accadde proprio nulla. Infatti quei giorni non esistettero mai. Vediamo perché.

Il calendario adottato in occidente fino a quell’anno era il Calendario Giuliano, voluto da Giulio Cesare nel 46 a.C. e da cui prese il nome, per uniformare la misura dell’anno in quello che da lì a qualche decennio sarebbe diventato l’Impero Romano.

Gli astronomi dell’epoca avevano calcolato la durata dell’anno solare, cioè il periodo che intercorreva tra due identiche posizioni delle stelle fisse rispetto alla Terra, quantificandolo in 365 giorni e 1/4 .

Ciò che quegli astronomi non sapevano era che quell’arco temporale in effetti non rappresentava  il periodo di rotazione della volta celeste intorno al mondo, bensì  il periodo della rivoluzione terrestre intorno al Sole, come oggi sappiamo bene.

Ma l’errore, in verità,  non influiva minimante sugli effetti del trascorrere del tempo e nella quantificazione della durata dell’anno.

Sotto Giulio Cesare fu così stabilito  che l’anno durava 365 giorni e che, per recuperare quel ¼ di giorno (6 ore) in più,  ogni 4 anni  sarebbe stato aggiunto un giorno in più,  creando l’anno bisestile, composto da   366 giorni.

I Romani stabilirono che il giorno aggiuntivo fosse quello successivo al 24 Febbraio (in latino sexto die ante kalendas Martias, cioè il sesto giorno prima delle calende  di marzo), chiamandolo quindi  bis sexto die (sesto giorno ripetuto), da cui l’aggettivo “bisestile”.

La determinazione della durata dell’anno non fu tuttavia perfetta, in quanto la rivoluzione terrestre intorno al Sole è in effetti un po’ più corta dei  365 giorni +  6 ore, esattamente di 11’ e 14’’.

Gli astronomi dell’epoca fecero un errore,  se volgiamo minimo e più che giustificato  date le conoscenze del tempo, anche se non è da  escludere che si preferì adottare quell’approssimazione solo per motivi di semplicità.

Fatto sta che quella piccola, apparentemente insignificante,  differenza comportava che ogni 128 anni si accumulasse un giorno, con conseguente slittamento delle date degli eventi astronomici, come gli equinozi  che, con il trascorre dei secoli, venivano a cadere  non più in giorni fissi.

In pratica, verso la fine del I° secolo d.C. il 31 Luglio era in effetti il 1° Agosto (anche se nessuno probabilmente se ne  accorse).

Con il trascorrere dei secoli, la differenza diventò sempre più rilevante.

Nel 1582 Papa Gregorio XIII, il papa astronomo, consapevole della situazione, stabilì di correggere l’errore e di adottare un nuovo calendario che tenesse conto dell’effettiva  durata dell’anno terrestre.

Fu così  concepito il Calendario Gregoriano, che fu adottato subito da tutti i paesi cattolici, successivamente dai paesi protestanti,  più recentemente dai paesi ortodossi e che, al di là dell’uso che permane di calendari religiosi vari, come quello ebraico e quello musulmano, o il calendario  cinese, è ancora oggi, di fatto, il calendario commerciale riconosciuto nel mondo.

La riforma del calendario voluta da papa Gregorio XIII prevedeva:

  1. per la correzione dell’errore accumulato, che a Venerdì  4/10/1582 seguisse Sabato 15/10/1582: ecco perché i giorni compresi tra queste due date non esistettero.
  2. Per evitare errori nel futuro, che venissero soppressi 3 giorni ogni 4 secoli: per consentire ciò, fu stabilito che gli anni secolari le cui due prime cifre non sono divisibili per 4 (quindi uno su quattro) non fossero bisestili (come non lo furono il 1700, il 1800 e il 1900).

Il Calendario Gregoriano non è tuttavia perfetto: viene accumulato l’errore di un giorno ogni 3300 anni.

Ma probabilmente di ciò se ne terrà conto in futuro, come sa bene chi segue la serie televisiva Star Trek, in cui non si usa più il nostro calendario, ma la “data stellare”.

Alberto Spinelli