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PALERMO – Insufficienza respiratoria, poi il buio. È morto per cause naturali il padre di Vincenza Calì, atleta palermitana delle Fiamme Azzurre che lo scorso maggio aveva chiesto verità sul decesso, avvenuto mentre il padre lavorava. Giovanni Calì stava lavorando per un'impresa edile in un appartamento di via Nebrodi, a Palermo, quando all'improvviso si è accasciato e i suoi colleghi lo hanno portato in ospedale.

Il titolare della ditta aveva dichiarato di aver sentito una brusca frenata e di avere soccorso l'uomo in strada. Da qui i dubbi e l'apertura di un'indagine da parte della Procura, che aveva disposto l'autopsia. I risultati dell'esame autoptico, come si legge su "LiveSicilia", confermano che Giovanni Calì, 56 anni, è stato stroncato da un malore

"L'esito parla di insufficienza respiratoria e di un immediato blocco anche a livello cerebrale. Adesso so che nessuno avrebbe potuto salvare mio padre, io e la mia famiglia siamo consapevoli che nessuno è responsabile di quello che è successo. Abbiamo vissuto quattro mesi di angoscia, in cui abbiamo dubitato della tempestività dei soccorsi, dell'affidabilità di coloro che erano con mio padre. La sua morte ci ha distrutto, ma sapere che il mio papà non ha sofferto e che non si è reso conto di quello che gli stava succedendo ci rende più sereni. Adesso sappiamo che non ci sono responsabilità penali e tramite il nostro avvocato chiederemo l'archiviazione del caso", spiega Vincenza Calì.