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Il pm di Palermo Nino di Matteo arriva alla Procura nazionale antimafia: sarà il sostituto di Franco Roberti. Due anni fa i consiglieri avevano bocciato la sua candidatura per lo stesso incarico, preferendogli altri tre colleghi. E il pm aveva reagito con un ricorso al Tar del Lazio, lamentando di aver subito “un’ingiusta mortificazione”. Di Matteo l’ha spuntata insieme a 4 colleghi, i pm di Roma Francesco Polino, Maria Cristina Palaia, Barbara Sargenti, e di Napoli Michele del Prete. I candidati erano 56 e tra di loro ce n’erano di molto noti.

I consiglieri gli hanno attribuito la valutazione più alta (15 punti) per le “ottime qualità professionali” e il “solido e vasto bagaglio di esperienza” maturato nelle indagini sulla criminalità organizzata e nella gestione dei collaboratori di giustizia, da Giovanni Brusca a Salvatore Cancemi. Un giudizio basato anche sui pareri dati dai suoi superiori che attestano oltre alle “capacità di coordinamento e impulso investigativo”, “l’impareggiabile tenacia” e “l’ineguagliabile spirito di sacrificio”.

Dopo 18 anni continuativi di servizio, Di Matteo lascia dunque la procura di Palermo, dov’è approdato nel 1999, dopo un’intensa esperienza alla procura di Caltanissetta e in particolare nel pool che si è occupato delle indagini sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio.