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postinoIl postino è un film del 1994 diretto da Michael Radford.

Ultima interpretazione di Massimo Troisi, scomparso solo 12 ore dopo la fine delle riprese.


Trama [modifica]
Nell'estate del 1952, Mario Ruoppolo (Massimo Troisi), un disoccupato figlio di pescatori, vive in un'isola che da poco ha dato asilo politico al grande poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret). E proprio in occasione di ciò, Mario viene assunto in qualità di postino, proprio per consegnare la posta al poeta. Il resto della popolazione è in gran parte analfabeta, quindi fino ad allora non c'era stato bisogno di postini.

Così Mario inizia il suo lavoro, consegnando la posta al poeta tutti i giorni, e meravigliandosi del gran numero di donne che gli scrivono e di quanta ammirazione hanno per lui. Giorno dopo giorno, Mario rimane sempre più affascinato dal poeta, tanto da comprare un suo libro di poesie. Poi timidamente se lo fa autografare.

Un giorno Mario entra in osteria e si innamora di Beatrice (Maria Grazia Cucinotta), nipote della proprietaria. Mario si avvicina, e comincia a giocare a calcio balilla con lei fissandola, senza dire niente. A questo punto corre in fretta da Don Pablo chiedendogli di aiutarlo nella conquista di Beatrice. Così, il giorno dopo, Mario porta la posta a Neruda, e lui gli regala un libro per scrivere le sue poesie e lo accompagna all' osteria, perché il poeta vuole vedere Beatrice da vicino, scrive una frase sul libro di Mario, dimostrando così di essere amici.

I giorni seguenti Mario inizia a corteggiare Beatrice, con le parole, o meglio, con le poesie di Neruda, e inizia a fare breccia nel suo cuore. La madre di lei, vedendola stranita le chiede spiegazioni, preoccupandosi della figlia. Poi Mario esagera, dando a Beatrice una poesia un po' pesante, dal titolo Nuda.

La zia gliela prende e la porta subito dal prete per farsela leggere; quando ne sente il contenuto si dirige immediatamente da Neruda, per lamentarsi di tutto ciò, e per far dire a Mario che sarebbe stato lontano dalla nipote, senza più vederla. La sera stessa Beatrice scappa e va a trovare Mario, e sboccia la passione. Così decidono di sposarsi, e Neruda gli fa da testimone. Durante la cerimonia, il poeta riceve una lettera dal Cile, che gli annuncia che il mandato d'arresto nei suoi confronti è stato revocato, e che quindi tornerà a casa.

Il giorno dopo Mario gli consegna l'ultima posta, Neruda vorrebbe dargli dei soldi ma Mario rifiuta, si abbracciano e si salutano. Da quel giorno Mario inizia a scrivere poesie, e ad interessarsi di comunismo, contribuendo naturalmente al lavoro in osteria. La vita scorre, Neruda viaggia da un capo all'altro del mondo per premi, conferenze ecc. e Mario ne segue tutte le gesta, sperando che passando dall'Italia, possa tornare a trovarlo. Beatrice annuncia che sta aspettando un bambino, e Mario vorrebbe chiamarlo Pablito in onore del poeta, anche se lei non è molto concorde.

Un giorno riceve posta, che in realtà si rivela essere stata scitta da qualcun altro, per conto del poeta che chiede di spedire degli oggetti personali rimasti nella sua vecchia dimora: Mario ci rimane male. Cosi, gli spedisce la roba, ma decide di registrare tutti i suoni dell'isola, per far rivivere al poeta tutti i momenti vissuti con lui.

Passa qualche anno, e Neruda e sua moglie tornano nell'isola, entrano nell'osteria e vengono accolti da un bambino che gioca, dall'altra stanza c'è sua madre, Beatrice, che lo chiama: "Pablito". Mario purtroppo non c'è più, è morto prima che suo figlio nascesse, in una manifestazione comunista.

Ed il poeta, che ora ascolta quella registrazione che non ha mai ricevuto, passeggia sulla spiaggia, ricordando l'amico al quale, pur inconsapevolmente, aveva cambiato la vita.

« Numero uno: onde alla cala di sotto..Piccole. Numero due: onde grandi. Numero tre: vento della scogliera. Numero quattro: vento dei cespugli. Numero cinque: reti tristi di mio padre. Numero sei: campane dell'Addolorata, con prete. Numero sette: cielo stellato dell'isola. Bello però, non me n'ero mai accorto che era così bello. Numero otto..cuore di Pablito. » 
(Mario Ruoppolo regisrta i suoni dell'isola per Pablo Neruda) 

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