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I dati parlano chiaro: il boom di italiani all'estero non accenna a diminuire. Anzi, tutto il contrario. Il popolo degli emigranti economici è per lo più giovane: l'obiettivo è migliorare le proprie condizioni di vita. Niente sindrome di wanderlust o roba simile insomma. In un lungo articolo, "Il Giornale" parla delle mete extra-Italia più consigliabili in base soprattutto al welfare. Manco a dirlo, gran parte dei paesi europei si comporta meglio del nostro. In riferimento al Regno Unito si legge:

tra i contributi pubblici più «ambiti» ecco il Jobseeker's Allowance, con oltre 3.500 italiani richiedenti, un sussidio per chi resta senza lavoro basato sul reddito o sui contributi pagati (per almeno due anni): da 57 sterline (75 euro) a settimana per i single under 24, 72 sterline (95 euro) per i single over 24, 133 sterline (175 euro) per una coppia. L'Housing benefits è un aiuto per pagarsi l'affitto destinato a disoccupati, malati o redditi minimi; mentre il Child tax credit si traduce in uno sconto sulle tasse per chi ha figli a carico; oppure il Working tax credit per chi lavora part-time.

Tra Germania e Francia, invece, la situazione è diversa. Di sicuro più rosea di quella italiana:

In assenza dei requisiti è previsto un reddito di cittadinanza (Alg II o Hartz IV) che varia dai 400 euro al mese per i single ai mille delle coppie con un figlio, più l'affitto di un appartamento e l'assicurazione sanitaria. Va meglio ai 375 mila italiennes di Francia, dove si vantano i sussidi di disoccupazione più «convenienti» d'Europa, pagabili anche per stipendi da  7mila euro netti. Dopo quattro mesi di disoccupazione si ha diritto a un assegno pari a circa il 65% dello stipendio per due o tre anni, a seconda che si abbiano più o meno di 50 anni. Per chi non ha lavorato abbastanza a lungo c'è sempre un salario minimo (Rsa) da 500 euro a oltre mille per una coppia con due bambini. A Parigi sono piuttosto di manica larga pure con gli assegni familiari (da 130 euro al mese per due figli fino a 20 anni di età, 460 per quattro).

In Norvegia "il congedo di malattia è il più generoso del Continente, garantendo il 100% dello stipendio dal primo giorno di assenza fino a un anno": in Svezia, invece, "i congedi parentali sembrano eccezionali: 16 mesi di permessi per ogni figlio all'80% della retribuzione per le mamme, 4 mesi per i papà. E poi, tornati a lavoro, gli asili a tempo pieno per cinque giorni alla settimana, dotati di ogni comfort, costano alle famiglie l'equivalente di 130 euro al mese per ogni bimbo".

Le amenità non sono finite qui: "in Danimarca il reddito minimo garantito (concesso però solo ai «nullatenenti») è realtà da un pezzo e consiste in qualcosa come 1.300 euro al mese per le persone sole, e supera i 3 mila euro per le coppie con uno o più figli. Esagerati? In Finlandia, il governo vuole istituire dal prossimo autunno un reddito di 800 euro al mese non tassabili per tutti i maggiorenni, indipendentemente da altri redditi percepiti". Anche Olanda, Belgio ed Estonia offrono meraviglie che in Italia sono una chimera, dal bonus di disoccupazione fino al sontuoso sostegno alla maternità.