Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

La storia della professoressa che ha avuto rapporti intimi con un alunno 14enne fa ancora molto discutere. Nell'interrogatorio di garanzia ha ammesso le sue responsabilità. Davanti al gip ha anche parlato della sua separazione. Per questo avrebbe perso il controlo. Anche gli sms erano inequivocabili: i due si chiamavano "amore". Lui adesso di anni ne ha 14, ma la liaison è cominciata quando ne aveva 13.

L'insegnante ha confessato di essersi innamorata. Ed era ricambiata, a suo dire. In un sms gli aveva scritto che voleva presentarsi ai suoi genitori come la sua fidanzata. Lo conosceva bene, fin dalla prima media. "Ho sbagliato", ha riconosciuto candidamente. Secondo il gip, in ogni caso, senza la misura cautelare dei domiciliari gli incontri sarebbero proseguiti anche dopo la fine dell’anno scolastico e gli esami di terza media che lo studente stava affrontando. Nell'ordinanza si legge "assenza di freni inibitori".

Martedì scorso l’ordinanza è stata eseguita. Da allora la professoressa è rimasta blindata in casa. Niente esami. Dopo l’interrogatorio in cui l’insegnante ha ammesso i fatti, l’avvocato ha chiesto la revoca dei domiciliari. In subordine basterebbe un divieto di avvicinamento allo studente. Il pm ha dato parere favorevole. Il "Corriere della Sera" racconta altri dettagli sulla docente:

Professoressa, donna con un matrimonio andato male, mamma di due figli piccoli. Ora deve essersi resa conto che in lei c’è stato un cortocircuito. È disposta a seguire un percorso psicologico per capire che cosa (le) sia accaduto. Anche perché allo stato, pur ammettendo il proprio errore, ha aggiunto di aver detto più volte al ragazzo che era sbagliato vedersi senza però riuscire a dire no per prima. Secondo il codice penale è lei che avrebbe dovuto fermarsi. Gli atti sessuali sono puniti se compiuti con minori sotto i 14 anni, sotto i 16 se l’adulto è un parente o un educatore. Non serve che ci sia stata costrizione, è reato anche se il minore è consenziente. È la sua età a fare la differenza.