Lidia Laudani è una scrittrice di origini siciliane e dallo spirito combattivo. È cresciuta al Nord, ma il suo legame con la sua terra d’origine non si è mai spezzato.
Con i suoi romanzi “Un’altra vita” (2022) e “Un’altra me” (2025), ha dato vita a Beatrice Pascal, un alter ego narrativo attraverso cui affronta temi attuali e complessi, dando voce a donne in cerca di riscatto.
Nonostante la distanza, la Sicilia rimane per lei un punto di riferimento, una terra da cui ripartire e a cui tornare, anche attraverso la letteratura.
Noi l’abbiamo intervistata per i lettori di Siciliafan.

Una storia di rinascita
Il primo romanzo “Un’altra vita” racconta la storia di Beatrice, una donna che decide di riscrivere il proprio destino dopo una serie di eventi, che mettono a dura prova la sua stabilità emotiva.
Attraverso un percorso di rinascita, la protagonista affronta paure, ambizioni e il desiderio di indipendenza, riscoprendo il valore della libertà e il coraggio di ricominciare.
“Il personaggio di Beatrice Pascal nasce per caso – racconta – durante il lockdown. In quel periodo avevo una mia trasmissione radiofonica, ma non potendo più fare questo lavoro per via delle restrizioni ho creato il mio ‘alter ego’, Beatrice Pascal, che non a caso fa la speaker e lavora in una radio. Io ho un po sfruttato Beatrice, l’ho fatta sbagliare tante volte. L’ho fatta cadere affinché io potessi capire quanto ero forte, per capire fin dove potevo spingermi e rialzarmi”.
La scrittura come impegno sociale
Nei suoi due libri Lidia Laudani affronta temi delicati e attuali come le relazioni tossiche, il revenge porn e alle minacce della rete. In particolare nel sequel “Un’altra me“, la protagonista si trova a fare i conti con un amore malato, una rete che la espone a pericoli e la necessità di reinventarsi per sopravvivere.
Con un carattere forte e determinato, Laudani ha sempre sfidato le ingiustizie. Da ex modella curvy, ha lanciato messaggi di body positivity e contrastato gli stereotipi sulla bellezza imposti dalla società. “Sono sempre stata dalla parte dei più deboli” afferma, spiegando il suo impegno nel dare voce a chi spesso non ne ha.
Oggi, attraverso i suoi libri, continua a combattere battaglie sociali, denunciando discriminazioni e violenze. “Chi comunica ha un dovere morale: deve lanciare messaggi importanti e far riflettere. Io non ho paura di sollevare il tappeto e far uscire tutta la polvere, aprire gli armadi e tirare fuori gli scheletri di una società, che è malata ma che fa finta che non lo sia”, dichiara con convinzione.
La Sicilia sempre nel suo cuore
Nonostante si sia trasferita da Paternò (Catania) in Lombardia all’età di 3 anni, Lidia Laudani non ha mai dimenticato la Sicilia, una terra sempre presente nella sua vita, seppur vissuta a distanza.
“La Sicilia è come una madre che ti ha partorito ma che non ti ha potuto crescere“, racconta Laudani , sottolineando il suo legame profondo con la terra d’origine. “A scuola dicevo ‘la cascia’ invece di ‘cassetta’, convinta che il libro fosse sbagliato”, sorride ricordando gli episodi che la rendevano unica tra i compagni.
E ora, con il successo crescente, la scrittrice sente la necessità di tornare e far conoscere Beatrice anche al pubblico siciliano. “La Sicilia mi sta riscoprendo, mi sta cercando e io voglio tornare per far conoscere la mia storia a chi condivide le mie radici“.
Con il sogno di concludere la trilogia di Beatrice Pascal, Lidia Laudani è pronta a continuare il suo percorso letterario, portando avanti storie, che fanno riflettere e che parlano alle donne di ogni generazione, siciliane e non.