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Il genero del boss Totò Riina, Tony Ciavarello, ha aperto una pagina Facebook per lanciare una raccolta fondi: è in bolletta. Ciavarello, che ha sposaro Maria Concetta, figlia maggiore del capomafia, vuole raccontare la sua storia: la scorsa estate gli furono sequestrate le sue aziende di commercializzazione di ricambi auto.

Ecco cosa si legge su Repubblica:

Per la magistratura palermitana sul capitale d’avvio grava il sospetto che sia originato dalle fortune del suocero, in larga parte mai scoperte e che anche dopo il 15 gennaio del 1993 – data della cattura del numero uno di Cosa nostra – ha assicurato un altissimo tenore alla famiglia, ritiratasi a Corleone. A partire dalle costose trasferte per le visite in carcere al superboss, al figlio Giovanni, detenuto all’ergastolo e all’altro fratello, Salvuccio, che ha già scontato una condanna per mafia.

Ora Ciavarello, che ha sempre patito di riflesso la condizione di imparentato con il boss, non ci sta e alternando frasi oblique al limite del minaccioso e una remissiva acquiescenza al “volere del Signore” dal quale comunque “si aspetta giustizia”, ha anche allestito un’apposita pagina (“Il boss non Boss ma Boss nel suo mestiere”) per narrare, a puntate, la sua storia di imprenditore finito nella rete della giustizia e rilanciare la colletta. A dargli manforte, in posizione più defilata, arriva di tanto in tanto la moglie che lamenta l’assenza di “vera democrazia” nel nostro Paese.