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Foto-di-Carmelo-Sergio-GeraciMazzarino è un comune in provincia di Caltanissetta. Suggestiva cittadina agricola della Piana di Gela, perla del barocco siciliano, è stata citata da Erodoto come il centro di Maktorium.

Mazzarino sembra infatti sorse già in un’epoca precedente a quella ellenistica, su un centro indigeno rilevato dai reperti scoperti da Paolo Orsi nei pressi di Monte Bubbonia, e che i Greci, tra cui lo storico Erodoto, chiamavano appunto Maktorium, o Maktorion.
L’impianto urbano ebbe però origine nel Medioevo, attorno al castello di matrice araba denominato ‘u Cannuni’ per via del suo unico e antico torrione di stile romano-bizantino, e noto perché diventato il set dello sceneggiato televisivo “La Piovra”. Sempre in territorio di Mazzarino, sorge il Castello di Salamone (o Castello di Garsiliato), che fu la dimora di antichi signori.
Nel 1143, il primo signore di Mazzarino fu Manfredi, il quale fece erigere la Basilica Maria SS. del Mazzaro, mentre nel 1304, la cittadina passò in mano ai Branciforte, fino all’abolizione del feudalesimo. Nel 1818, entrò a far parte della provincia di Caltanissetta.

Mazzarino è considerata la perla del barocco siciliano, soprattutto per la bellezza delle sue chiese e non solo. Esso si pone all’interno di un percorso turistico di pregio artistico e culturale, denominato "La via dei Fasti e del Prestigio”, tanto da essere stata proposta a entrare nella preziosa lista dei comuni siciliani Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
Necessaria dunque una visita al Duomo, eretto alla fine del XVI secolo, sull'area dove prima sorgeva una chiesetta dedicata a Santa Maria della Neve.

Il progetto dell'architetto Angelo Italia, venne modificato successivamente su disposizione testamentaria del Principe Carlo Maria Carafa. La facciata originaria è rimasta incompleta, ma è possibile vedere e ammirare un bassorilievo in pietra, raffigurante la creazione di Adamo ed Eva, che ne arricchisce la parte superiore sinistra. L'interno è a tre navate. Dietro all'altare maggiore vi è una grande tela raffigurante una Madonna della Neve e il coro ligneo del mastro autoctono Santi Rigano. Gli stucchi della cappella della Madonna di Lourdes sono stati realizzati dal Fantauzzi; qui e nella cappella del SS. Sacramento prendono posto due meravigliosi esemplari di lampadari ottocenteschi in vetro di Murano policromi. L'altare è composto da 36 scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, in cristalli dorati e colorati. Completano il prezioso stallo, diciotto medaglioni raffiguranti i Dodici Apostoli, i quattro Evangelisti, San Giuseppe e la Madonna. L'opera venne completata nel 1872.

Da vedere anche Palazzo Alberti, uno degli edifici di maggiore valore architettonico della città, la Basilica Maria Santissima del Mazaro, nonché il SS. Crocifisso dell’Olmo; il Convento dei Padri Carmelitani e la Chiesa di Santa Maria del Monte Carmelo, che sorgono sulla piazza centrale della città.
Eretta intorno al 1100 da Manfredi, la Basilica Maria SS. del Mazzaro, venne distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita nel 1760, su progetto barocco del Bonaiuto da Siracusa. Al proprio interno si trova un quadro ligneo raffigurante la Madonna col Bambino, sui cui lati campeggiano le Vergini siciliane Sant'Agata e Santa Lucia. L’opera, di stile greco-bizantino, fu ritrovata da un pastore intorno al 1125, mentre pascolava il suo gregge sulla collina di Mazzarino; sepolto in seguito all'editto di Leone Isaurico, dopo il ritrovamento, il popolo proclamò la Madonna del quadro Patrona di Mazzarino.

Risalente al V secolo, Il Santissimo Crocifisso è un tempio dell'era Cristiana. Restaurato dai Normanni tra il X e XI secolo, fu distrutto in seguito al terremoto del 1693 e ricostruito nel Settecento per volere del marchese Filippo Bivona. Il Crocifisso delle Grazie, custodito al suo interno, viene portato a spalla da fedeli scalzi con indosso il solo saio bianco della confraternita, per le vie di Mazzarino, durante la seconda domenica del mese di maggio. Il Santuario è conosciuto anche con il nome di “Signore dell'Olmo”. Si racconta che, in un'epoca imprecisata, il Crocifisso fu oggetto di attenzioni da parte di un gruppo di briganti: un giorno, uno di questi conficcò un palo in legno d’olmo proprio davanti la porta della chiesa, ma, subito dopo, esso iniziò a germogliare, spaventando i malavitosi che vennero così messi in fuga. Fino alla fine dell'Ottocento infatti, era presente, sul sagrato della chiesa, un grande olmo.
Altro sito di suggestiva bellezza è la Chiesa di Sant'Ignazio con annesso il Collegio dei Gesuiti. Il Collegio, realizzato probabilmente da Angelo Italia, è diventato sede del museo di Arte Sacra, inaugurato nel 2010 alla memoria di Carlo Maria Carafa, il quale volle e finanziò il complesso. La chiesa, oggetto di un recente restauro che ha interessato anche il Collegio, custodisce un bellissimo organo privo di canne collocato nella cantoria settecentesca.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto di Carmelo Sergio Geraci.