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Foto-Provvidenza-GrassiPeriti ed esperti dei Ris di Messina hanno lavorato per tutta la mattinata ieri all’interno della galleria nei pressi del viadotto Bordonaro, dal quale si presume sia caduta l’auto con a bordoProvvidenza Grassi. Tutto il materiale raccolto verrà relazionato al sostituto procuratore Diego Capece Minutolo.

Intanto, dai rilievi effettuati sembrerebbe consolidarsi l’ipotesi dell’incidente. Le indagini di certo dovranno chiarire la sua natura: se colposo o casuale. In particolare la perizia è stata affidata all’esperto di infortunistica stradale Andreas Pirri.

Ma si fa sempre più strada la convinzione, tra gli inquirenti, che l’auto di Provvidenza, proveniente da Rometta e diretta verso lo svincolo di S. Filippo, possa essere uscita fuori strada alla fine della galleria Bordonaro. Qui infatti l’auto, dopo aver urtato il guard rail, l’avrebbe anche oltrepassato, per poi piombare giù nella scarpata, per poi fermarsi contro la recinzione della cabina elettrica del CAS. Qui, infatti, è stata ritrovata la sera del 23 gennaio, insieme al corpo della ragazza. Questa dinamica sarebbe inoltre confermata dal ritrovamento sul fianco della collina di un vero e proprio solco  scavato dall’auto mentre scivolava a valle. Sono stati repertati anche alcuni rami secchi, probabilmente sradicati dall’impatto della Fiat 600. Proprio questi elementi potrebbero fornire qualche certezza in più.

Anche Giovanni Grassi, il padre di Provvidenza, era presente al sopralluogo di ieri, insieme all’avvocato di famiglia, Giuseppina Iaria. Grassi non riesce ad accettare la tesi del fatale incidente e continua a pensare che le circostanze della morte di sua figlia siano state molto diverse. Intanto la Procura sta vagliando anche l’ipotesi che l’auto di Provvidenza possa essere stata tamponata intenzionalmente da qualcuno che avrebbe voluto provocare l’incidente. Eventuali ammaccature sulla carrozzeria dell’auto potrebbero avvalorare questa direzione.