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L'avvocatura dello Stato, in rappresentanza del ministero della Difesa, ha presentato ricorso al Tribunale del riesame di Catania contro la decisione del 6 giugno scorso del Tribunale di Caltagirone di mantenere il sequestro del Muos. L'udienza si è conclusa con il deposito della "verificazione sull'impianto" su eventuali danni alla salute delle persone disposto dal Consiglio di giustizia amministrativa (Cga). La decisione potrebbe arrivare la prossima settimana.

Nel rigettare il ricorso il Tribunale di Caltagirone aveva sottolineato che "resta il 'periculum in mora' per i reati paesaggistici" nella costruzione "dell'opera asseritamente abusiva sull'equilibrato e ordinato assetto territoriale" e che "le decisioni del Cga di Palermo non sono idonei a determinare l'automatica insussistenza del carattere abusivo dell'opera e, dunque, del 'fumus' del reato contestato".

Il giudice Cristina Lo Bue aveva accolto le istanze di mantenimento del sequestro del procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, e dell'avvocato Goffredo D'Antona in rappresentanza dall'associazione antimafie Rita Atria. La richiesta del ministero della Difesa era stata depositata dopo che il Cga di Palermo il 6 maggio scorso ha di fatto chiuso la vicenda sulle autorizzazioni rilasciate dalla Regione, ritenendole legittime. Il Tribunale di Caltagirone ha ritenuto ininfluente la decisione del Cga sul piano penale. È stata rinviata al 10 ottobre prossimo per valutare l'ammissibilità delle parti civili l'udienza del processo.

Gli imputati sono l'ex dirigente dell'assessorato regionale Territorio e ambiente Giovanni Arnone, il presidente della "Gemmo Spa" Mauro Gemmo e Adriana Parisi, responsabile della "Lageco", società che hanno costituito l'Ati 'Team Muos Niscemi', vincitrice della gara del 26 aprile 2007, il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi  e i titolari di tre imprese che hanno lavorato in subappalto: Concetta Valenti della "Calcestruzzi Piazza Srl", Carmelo Puglisi della "Pb Costruzioni" e Maria Rita Condorelli della "Cr Impianti srl". Secondo l'accusa, avrebbero realizzato l'impianto "senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa". In più avrebbero "eseguito e facevano eseguire i lavori per la realizzazione del Muos, insistenti su beni paesaggistici, all'interno della riserva orientata denominata Sughereta di Niscemi, in zona A, di inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario".