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01La Necropoli Punica di Palermo è un’architettura funebre sita nella parte occidentale della città, ed è il primo insediamento punico nella storia della città di Palermo.

Il sito si trova nel quartiere della Cuba, a pochi passi dalla nota struttura arabo-normanna. Al suo interno, sono custodite tombe che vanno dal VII al III secolo a.C.
Su questo tratto di terra generato dall’azione dei fiumi Kemonia e Papireto, oggi si trova la caserma Tukory, ed è proprio qui sotto, tra i cunicoli e i sarcofagi di calcarenite, che la Necropoli è ancora oggi visitabile. In questo quadrilatero composto tra piazza Indipendenza, corso Pisani, via Cuba, via Pindemonte e via Danisinni, sono state scoperte, a partire dalla metà del XVIII secolo, ben oltre settecento tombe, in occasione della costruzione dell’Albergo dei poveri.
Il resto della necropoli, è stato riportato alla luce nel corso di scavi sistematici realizzati tra il febbraio e il giugno del 2004. Scoperte nuove 150 sepolture, tra cui anche la nota camera ipogeica, durante i lavori per la messa a nuovo della rete idrica cittadina, all’angolo tra via Maggiore Amari e corso Calatafimi.

I molteplici lavori effettuati nell’area hanno dunque portato alla luce un’immensa necropoli, dando così conferma delle parole di Polibio, storico della Grecia Antica, che definì la città di Palermo come «la città più importante dell’eparchia cartaginese».
Diversi i tipi di sepolture rilevate, e molteplici sono anche i reperti che sono giunti a noi. Oltre alle tombe a camera, con scaletta scavata nella roccia che conduceva all’ambiente, più ampio, in cui veniva ricavato il sarcofago, anche sepolcri più semplici, come fosse o pozzetti per urne, e sarcofagi protetti con lastre in terracotta o pietra. Presso le ampie tombe ipogee con volta in pietra, che si presume per la loro ampiezza fossero una sorta di cappelle famigliari, sono stati inoltre rinvenuti importanti corredi funebri di epoca fenicia, come anfore e altre suppellettili quali monili in argento e amuleti, che fanno pensare ai riti funebri della sepoltura e della cremazione.

Furono infatti i Fenici a fondare Panormo, l’odierna Palermo, nel 734 a.C.
La terza città-porto del noto popolo di navigatori, venne edificata, insieme ai due più importanti insediamenti di Solunto e Mozia, in due tempi, con due divisioni fondamentali: la Paleopolis, ovvero l’area più antica e meno adiacente alla costa, e la Neopolis, realizzata solitamente due secoli dopo e orientata verso il mare. All’esterno della cinta muraria che proteggeva l’abitato, sorgeva l’area funebre, quella dedicata al culto dei morti; così come per i primi cimiteri Cristiani, allo stesso modo i Fenici pagavano rispetto ai propri defunti, collocandoli in una zona esterna alla città.
Alcuni reperti ritrovati presso la necropoli punica, tra cui sarcofagi in marmo e il vasellame scoperto presso le tombe a camera, sono conservati oggi presso il Museo Archeologico Regionale “Antonio Salinas” di Palermo. La struttura custodisce infatti una delle più estese collezioni di arte punica e greca d’Italia. Tra le molte tracce delle antiche testimonianze, lasciate qui dai diversi popoli che nell’Antichità hanno affollato le coste della Sicilia, anche i ritrovamenti rinvenuti presso la città di Selinunte, e numerosi corredi funebri delle necropoli del territorio: da quelli ritrovati presso le tombe preistoriche di Valdesi a quelle di Galera Bagliazzo, fino a reperti di età ellenistica provenienti da Tindari, in provincia di Messina.

Con lo stesso biglietto, di soli €1,00 per i residenti e di €2,00 per i turisti, è possibile visitare anche il noto Castello della Cuba, ultimo sollazzo regio del periodo normanno. L’antica necropoli è resa accessibile al pubblico da martedì a sabato, con orario continuato, mentre lunedì, domenica e negli altri giorni festivi, è possibile accedervi soltanto in mattinata, fino alle 13:00, orario di chiusura della biglietteria. 

Autore | Enrica Bartalotta