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01Il bonus di 80 euro per i pensionati non ci sarà e 1 milione e 300mila lavoratori saranno anche costretti a renderlo, già prima dell’anno prossimo. Perché? Non rientreranno più nelle fasce di reddito beneficiarie.

Il credito d’imposta di 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti, verrebbe infatti considerato superfluo, quando a fine anno le aziende si occuperanno del conguaglio, scoprendo che, sulla base di tutte le entrate percepite dai propri lavoratori, non necessitano più dell’abbuono Irpef.
Il bonus quindi verrà quindi percepito ancora solo da chi ha un reddito complessivo compreso tra gli 8.145 e i 24.000 euro lordi l’anno.

In debito col Fisco, rischiano di essere proprio i lavoratori della fascia 24.000-26.000 euro che già hanno diritto solo alla metà del bonus stesso; una volta superato il massimale di reddito, a fine anno, saranno loro a doversi occupare della restituzione del bonus, tramite apposita decurtazione in busta paga.
La tredicesima 2014 sarà dunque più consistente per i lavoratori dipendenti e assimilati (fino a 20 euro in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), a seguito dell’effetto degli aumenti contrattuali entrati in vigore, ma potrebbe essere più leggera per alcuni, proprio a seguito della restituzione del bonus introdotto a maggio dal premier Renzi.

I pensionati inoltre, non godranno del bonus, dato che l’obiettivo del Governo è, per il momento, quello di ridurre la pressione fiscale sulle imprese, per favorire la crescita economica del Paese, come già dichiarato dal ministro Pier Carlo Padoan. Al Senato infatti, stanno già pensando ad un modo per ‘correggere’ Irap e partite Iva, per sostenere piccole-medie società e professionisti.

Ma al Senato si sta già pensando anche di discutere su quali siano le manovre migliori atte ad alleggerire la tassazione sui rendimenti dei fondi pensione; stesso discorso per la rivalutazione del Tfr e sui nuovi provvedimenti legati alla casa, ovvero all’istituzione della nuova “Local tax”, che dovrebbe assorbire Imu, Tasi e gli ulteriori balzelli comunali, già a partire da gennaio 2015.
Si potrebbe pensare di innalzare le aliquote: fino al 5 per mille sulla prima casa e al 12 nel caso dell’Imu. Al Senato anche la patata bollente dei tagli alle Regioni e alle loro mani spetta anche la decisione su ciò che resta del destino degli impiegati provinciali.

Tutto ancora da vedere quindi, almeno fino a fine anno; la nuova Legge di Stabilità potrebbe quindi subire una serie di slittamenti, almeno per quanto riguarda queste ultime manovre.

Autore | Enrica Bartalotta