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"Vado avanti sempre più decisa: preferisco di gran lunga andare in carcere pur di non vaccinare mio figlio. La giustizia vuole calpestare i miei diritti di genitore e l'affido che è stato riconosciuto a me". Rebecca Bredow, una mamma divorziata di Detroit, in Michigan, negli Stati Uniti, è antivaccinista convinta. Il suo caso, manco a dirlo, si è guadagnato diverse prime pagine di giornali in America.

La Bredow sostiene apertamente le teorie di Andrew Wakefield – rifiutate dalla comunità scientifica – e per questo da tempo combatte una guerra legale con l'ex marito, Jason Horne. Rebecca è convinta che i vaccini causino l'autismo, anche se la scienza dice altro, e ha sposato la causa dei no-vax, rifiutandosi di sottoporre il suo bambino di 9 anni alla somministrazione dei vaccini obbligatori, quelli che prevengono malattie potenzialmente mortali, come la meningite e il morbillo.

Il padre ha fatto ricorso per chiedere un obbligo legale all'ex moglie, che dopo il divorzio ha ottenuto l'affido del bimbo. A nulla era valso un accordo legale stabilito dagli ex coniugi: Rebecca avrebbe gradualmente fatto vaccinare il figlio nei mesi a venire, evitando di far somministrare troppi vaccini contemporaneamente. Un obbligo, però, totalmente disatteso dalla donna. Jason, allora, decise di rivolgersi nuovamente al giudice che accogliendo le sue ragioni aveva inviato un ultimatum alla donna: se non avesse vaccinato il figlio entro un anno, sarebbe stata subito processata, rischiando anche di finire in carcere. E così è stato: la condanna è di una settimana di detenzione.