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Pesante accusa nei confronti di un ricercatore universitario che avrebbe prescritto illecitamente a 133 pazienti, usando i formulari del Policlinico di Palermo, l'ormone della crescita, agevolando così un'importante multinazionale farmaceutica con la quale collaborava. Il ricercatore, al quale sono stati sequestrati beni per 104.694,18 euro, deve rispondere di falso ideologico, abuso d'ufficio e truffa aggravata ai danni dell'Università e del nosocomio. Sotto indagine anche una docente universitaria che lo avrebbe aiutato: a lei si contestahno il falso ideologico e l'abuso d'ufficio.

"La somma sottoposta a sequestro – spiegano i militari dell'Arma – è l'equivalente del vantaggio economico conseguito dal ricercatore e derivante dal contratto di lavoro a tempo determinato e a tempo pieno che lo vincolava all'Università di Palermo, per un impegno orario di 1.500 ore annue, per il periodo dall'1 marzo 2013 al 30 novembre 2016, mentre in realtà, in tale arco temporale, lo stesso effettuava attività libero professionale esterna non autorizzata nonché attività di consulenza per una importante multinazionale farmaceutica con la quale, già dall'anno 2012, aveva stipulato contratti di collaborazione finalizzati all'erogazione retribuita di consulenze endocrinologiche online".