Alle 7:35 del 21 aprile 2025, il cardinale Kevin Joseph Farrell ha annunciato la morte di Papa Francesco nella Cappella di Casa Santa Marta. “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa”, ha dichiarato Farrell. La notizia ha suscitato cordoglio globale, ma in Sicilia il lutto si unisce alla gratitudine per un Papa che ha fatto dell’isola un simbolo della sua missione.
Primo viaggio a Lampedusa
Nel luglio 2013, Papa Francesco ha scelto Lampedusa come meta del suo primo viaggio fuori Roma. L’isola, porta d’Europa per migliaia di migranti, è diventata il palcoscenico di un gesto profetico. Il Pontefice ha lanciato una corona di fiori in mare davanti alla “Porta d’Europa”, onorando le vittime delle traversate. “La cultura del benessere ci rende insensibili alle grida degli altri”, ha detto, denunciando l’indifferenza verso i migranti. Questo viaggio ha segnato l’inizio di un pontificato dedicato agli “scartati”, con la Sicilia al centro del suo messaggio di accoglienza.
Un anatema contro la mafia
Papa Francesco ha riservato parole dure alla criminalità organizzata durante la sua visita a Palermo nel settembre 2018. “Non puoi credere in Dio ed essere un mafioso”, ha dichiarato, condannando la mafia come antitesi al Vangelo. Nel corso della messa in memoria di don Pino Puglisi, il prete assassinato dalla mafia, il Pontefice ha esortato i siciliani a resistere. “Cambiate! Convertitevi! Non pensate a voi stessi, ma agli altri”, ha detto ai mafiosi. Questo messaggio ha rafforzato l’impegno della Chiesa siciliana contro la criminalità, ispirando comunità e istituzioni.
Teologia e cultura siciliana
Nel 2024, Papa Francesco ha affidato alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia una missione ambiziosa. In un videomessaggio per l’apertura dell’anno accademico, ha chiesto una teologia che affronti le sfide del Mediterraneo. “Il grido delle vittime della mafia” e “la difesa della dignità umana” devono guidare la ricerca, ha affermato. Ha elogiato la letteratura siciliana, citando Pirandello, Verga e Sciascia, come strumento per riscoprire l’identità dell’isola. “Usate parole umili, sobrie e radicali”, ha aggiunto, invitando a creare “reti di salvezza e amore”.
Dialogo ecumenico e interreligioso
La Sicilia, crocevia di culture, ha rappresentato per Papa Francesco un laboratorio di dialogo. Nel suo intervento alla Facoltà Teologica, ha sottolineato l’importanza del confronto con l’Islam e l’Ebraismo. “Coltivate il dialogo con le Chiese sorelle d’Oriente”, ha detto, promuovendo incontri e collaborazioni. Questo approccio riflette la sua visione di una Chiesa aperta, capace di unire popoli e fedi diverse. La storia multiculturale siciliana ha trovato nel Pontefice un interprete attento e innovatore.
Un’eredità per l’isola
Il pontificato di Papa Francesco lascia alla Sicilia un’eredità di speranza e responsabilità. I suoi appelli per i migranti hanno spinto associazioni e cittadini a impegnarsi nell’accoglienza. La sua condanna della mafia ha rafforzato il coraggio di chi lotta per la legalità. Le sue parole sulla teologia e la cultura hanno ispirato accademici e intellettuali a valorizzare l’identità siciliana.
Un Papa degli ultimi
Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires nel 1936, ha guidato la Chiesa dal 13 marzo 2013. Primo Papa gesuita e sudamericano, ha scelto il nome Francesco in onore di San Francesco d’Assisi. La sua umiltà, il rifiuto dei lussi e l’attenzione ai poveri hanno rivoluzionato l’immagine del papato. In Sicilia, il suo messaggio ha trovato terreno fertile, radicandosi in una terra di contrasti e solidarietà. La sua ultima apparizione, il 20 aprile 2025, per la benedizione Urbi et Orbi, ha mostrato la sua dedizione fino all’ultimo.
