Un Papa siciliano? Non sarebbe certo una novità. Nella lunga storia della Chiesa cattolica ci sono stati papi che hanno lasciato un segno profondo, e alcuni di loro venivano proprio dalla nostra amata Sicilia.
Oggi, mentre si parla di chi potrebbe essere il prossimo Papa, spunta ancora una volta un legame con la nostra Isola.
I quattro Papi siciliani
Ecco chi sono stati i Papi siciliani (sì, ce ne sono stati ben quattro!) e chi oggi potrebbe scrivere un nuovo capitolo nella storia vaticana con un tocco siculo.
Nel corso dei secoli, quattro Papi sono nati in Sicilia, e ognuno di loro ha lasciato un’impronta forte, che in certi casi ancora oggi riecheggia nei riti e nei simboli della fede cattolica.
Il primo è Papa Agatone, nato a Palermo nel 575. Fu eletto Papa alla veneranda età di 103 anni, e ancora oggi è ricordato come il più anziano pontefice della storia. Il suo breve ma importante pontificato, dal 678 al 681, fu segnato da una diplomazia raffinata: riuscì a evitare uno scisma con la Chiesa di Bisanzio partecipando al Concilio Ecumenico di Costantinopoli. A lui si deve anche una decisione simbolica di grande impatto: sostituì l’agnello con la croce come emblema di Cristo, segnando una nuova direzione iconografica per tutta la Chiesa.
Subito dopo di lui, un altro siciliano: Papa Leone II, messinese, salì al soglio pontificio nel 682. Il suo pontificato fu brevissimo, solo un anno, ma sufficiente a lasciare il segno. Fu lui a introdurre il gesto che oggi conosciamo come il “bacio della pace”, simbolo di riconciliazione tra i fedeli durante la Messa. Sempre a lui si deve il rito dell’aspersione con acqua benedetta, ancora oggi presente in molte celebrazioni.
Pochi anni dopo, un altro palermitano: Papa Sergio I, nato nel 650, venne eletto Papa a soli 37 anni, e governò la Chiesa fino al 701. Fu un pontefice giovane, ma determinato. Inserì il celebre canto “Agnello di Dio” nella liturgia, rese la Chiesa romana indipendente da Bisanzio e scelse il 15 agosto come data ufficiale per la celebrazione dell’Assunzione di Maria. Inoltre, stabilì che i vescovi dovessero recarsi a Roma per essere consacrati, rafforzando il ruolo centrale della Città Eterna.
Un po’ più tardi, nel 768, toccò a Papa Stefano III, nato a Siracusa nel 720. Il suo pontificato fu tutt’altro che tranquillo. Ridimensionò il ruolo dei laici nella Chiesa e si schierò con decisione a favore dell’adorazione delle icone, opponendosi all’iconoclastia dilagante. Ma è forse più ricordato per la sua schiettezza politica: si oppose con forza al matrimonio tra Carlo Magno e la figlia del re longobardo Desiderio, definendo i Longobardi una “perfida e puzzolentissima gente”. Una frase che difficilmente si dimentica.

I porporati siciliani al Conclave
Fin qui, la storia. Ma oggi?Anche nei nomi che circolano tra i possibili successori di Papa Francesco, la Sicilia è presente. Uno dei candidati più autorevoli è Francesco Montenegro, nato a Messina nel 1946. È stato arcivescovo di Agrigento e attualmente è amministratore dell’eparchia di Piana degli Albanesi. Nel 2013 ha accompagnato Papa Francesco nel suo primo viaggio da pontefice, a Lampedusa, diventando poi cardinale. Oggi presiede la commissione episcopale per le migrazioni e guida la Fondazione Migrantes, impegnata in prima linea su temi cruciali come l’accoglienza e l’integrazione.

Altro nome da tenere d’occhio è quello di Baldassare Reina, originario di San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento. Classe 1970, è stato nominato vicegerente della Diocesi di Roma dallo stesso Papa Francesco. Oggi è vicario generale della diocesi e arciprete di San Giovanni in Laterano, una delle basiliche più importanti al mondo.
Insomma, la Sicilia non è solo terra di santi, martiri e tradizioni popolari: è anche terra di Papi. E forse, presto, potremmo assistere a un nuovo capitolo in cui un siciliano torna a vestire i panni del successore di Pietro.