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Circa un miliardo di euro. Questa la cifra che gli italiani hanno speso per imbandire le tavole in occasione della Pasqua. Lo afferma un'indagine sulla spesa delle famiglie per le festività pasquali realizzata dal Codacons. I consumi alimentari tipici della Pasqua si mantengono stabili rispetto allo scorso anno e la spesa complessiva sarà pari a circa un miliardo di euro.

Gli italiani, quindi, non taglieranno la spesa alimentare, complice la tradizione ma anche i prezzi degli alimenti che, salvo l'ortofrutta rincarata di recente a causa del maltempo, non hanno subito sensibili aumenti rispetto al 2014. Re e regine delle tavole saranno ancora una volta l'agnello, e le classiche uova (ne saranno vendute oltre 400 milioni), mentre per uova di cioccolato e colombe si registra una contrazione dei consumi di circa il -2,5 per cento rispetto al 2014, che verrà però compensata dall'incremento nella produzione di dolci fatti in casa. In basi ai dati Codacons, per la Pasqua si venderanno complessivamente poco più di 31 milioni di uova di cioccolato e circa 26,5 milioni di confezioni di colombe, per un giro d'affari stimato in 400 milioni di euro.

L'alimento più rappresentativo della tradizione pasquale resta dunque la carne d'agnello che viene servita in più di una tavola su due (51%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismo. E' quanto emerge dall'indagine Coldiretti/Ixè sugli italiani a Pasqua dalla quale si evidenzia che gli italiani spendono quest'anno in media 60 euro a famiglia per imbandire la tavola della festa che l'85% degli italiani trascorre a casa dove carne di agnello, uova e colombe sono i prodotti più gettonati. Nelle classiche ricette al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato, la carne di agnello, sottolinea la Coldiretti, viene consumata dalla maggioranza degli italiani intervistati. ''Sei italiani su dieci – continua la Coldiretti – portano in tavola la colomba che si classifica come il dolce preferito a Pasqua e sorpassa il tradizionale uovo di cioccolato al quale comunque non rinuncia la maggioranza degli italiani adulti (51%)''.