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‘Sopravvivere’ ad una festività impegnativa come Pasqua è un’impresa seconda solo alla maratona del Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania, con l’unica differenza che nel primo caso il tutto si concentra solo in due giornate (i pranzi della domenica e il lunedì di Pasquetta) anche se forse, proprio per questo motivo, il minor tempo a disposizione può generare  la volontà di fare tutto, troppo, in poco tempo e di ritrovarsi, dopo le feste, più stanchi di prima.

Un Vademecum per ‘sopravvivere’ a Pasqua e Pasquetta in Sicilia

In Sicilia la quantità di eventi che si svolgono in tutta l’Isola offre la possibilità di ammirarne la bellezza durante il risveglio primaverile. Ma non solo. Essendo anche una festività molto sentita, in Sicilia si assiste ad un vero tripudio di tradizioni gastronomiche che, volerle rispettare tutte,  porterebbe a trascorrere tutte le vacanze a casa a cucinare (e ovviamente) a mangiare. Per questo motivo, in esclusiva, per i lettori di Siciliafan, abbiamo pensato di scrivere un ‘Vademecum‘ di sopravvivenza al periodo pasquale che, se avrete la bontà di leggere fino alla fine,  speriamo possa esservi utile per affrontarla nel miglio modo possibile.

Origini e significato della Pasqua

Pasqua è la principale e più importante ricorrenza del Cristianesimo perché celebra la risurrezione di Gesù che, secondo le Scritture, è avvenuta nel terzo giorno successivo alla sua morte in croce. La data della Pasqua varia di anno in anno secondo i cicli lunari, e determina anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste. Il nome “Pasqua” deriva dal latino pascha e dall’ebraico pesah. termini che significano solidarietà, fraternità e l’amore per gli altri. Nel Nuovo Testamento si narra che Gesù fu crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica. I cristiani di origine pagana celebravano la Pasqua ogni domenica. Nacquero così gravi controversie all’interno del mondo cristiano, che si risolsero nel 325 con il concilio di Nicea in cui si stabilì definitivamente che la Pasqua doveva essere celebrata da tutta la cristianità la prima domenica dopo la luna piena seguente l’equinozio di primavera. Inoltre nel 525 si stabilì che la data doveva celebrarsi nel periodo compreso fra il 22 marzo e il 25 aprile.

Pasqua in Sicilia

Pasqua in Sicilia

La Pasqua ai nostri giorni

La Pasqua cristiana è preceduta da un periodo di penitenza: si tratta della Quaresima, che dura 40 giorni e va dal mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo, cioè il sabato che precede la Pasqua. Durante la Settimana Santa nei paesi cattolici si svolgono diversi riti che rievocano la Passione di Cristo: si benedicono le case, si consuma l’agnello pasquale, si distribuiscono uova e dolci a forma di colomba. Molto diffusa in diverse città italiane è la “Processione del Cristo Morto” o ‘Via Crucis‘ che si svolge di solito il Venerdì Santo.

La Pasqua in Sicilia

Considerato il forte significato simbolico della Pasqua, questa ricorrenza, fin dai tempi più antichi e più di ogni altra, ha suscitato in tutto il territorio isolano, una intensa partecipazione popolare. Nel corso della Settimana Santa, infatti, si assiste ad un susseguirsi di rappresentazioni e processioni che hanno come intento quello della rievocazione e commemorazione della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo. I cortei che si snodano per le vie delle città sono formati dalle confraternite delle arti e dei mestieri nei loro caratteristici antichi costumi, seguite dal clero con i paramenti quaresimali, nonché da simulacri di Gesù morto, della Madre addolorata e ricoperta dal manto nero in segno di lutto e dagli altri personaggi che contornano la Passione di Cristo. Spesso queste rappresentazioni sono impersonate dai fedeli stessi che raffigurano con grande pathos il Calvario di Gesù.
Il livello emotivo causato dal dolore per la Morte del figlio di Dio tra atroci sofferenze è talmente autentico da assumere un forte carattere di veridicità.

Pasqua in Sicilia

Pasqua in Sicilia

Gli scenari suggestivi della settimana santa in Sicilia

A far da cornice alla teatralità dei riti pasquali che caratterizzano la Settimana Santa scenari dall’alto livello decorativo caratterizzati dalla presenza di simboli rituali quali il grano, il pane, il colore viola dei paramenti, i fiori, solo per citarne alcuni, che rappresentano la Rinascita ma anche il Risveglio legato alla Pasqua, che cadendo sempre in Primavera, è collegata a quello della Natura che si desta dopo il letargo invernale, e quindi il trionfo della Vita sulla Morte e del Bene sul Male.Il Mistero Pasquale viene rievocato anche nei più piccoli centri di tutta la Sicilia per la voglia di non mancare alle tradizioni ma soprattutto per dare espressione ai propri, autentici sentimenti religiosi. Ma in alcune località le celebrazioni assumono una spettacolarità particolare tale da creare un’atmosfera di lutto e di dolore a cui è impossibile restare indifferenti.

Pasqua in Sicilia

Pasqua in Sicilia

Le tradizioni religiose della Pasqua in Sicilia

La tradizione di Pasqua in Sicilia è legata a molte processioni ed eventi che si svolgono durante la Settimana Santa. In tutte le province siciliane ci sono sempre state processioni, alcune delle quali molto famose. Tra le più note molto celebre è la processione dei Misteri di Trapani, ma altrettanto noti sono anche U Ballu di li Diavuli di Prizzi, ad esempio, così come la Settimana Santa di Enna o la Pasqua di Pietraperzia, con Lu Signuri di Li Fasci. Degni di nota, per l’innegabile fascino sono gli Archi di Pasqua di San Biagio Platani e la Pasqua Arbëreshe di Piana degli Albanesi caratterizzata dal rito greco- bizantino che la rende unica e suggestiva.

Il significato dei sepolcri del Giovedì Santo

Il termine “sepolcro” viene ancora oggi utilizzato nel linguaggio popolare di alcune regioni del Sud Italia per indicare quello che, più propriamente, andrebbe definito “altare” o “cappella della reposizione”. Con questo termine si indica lo spazio della chiesa allestito al termine della “Missa in Cena Domini” del Giovedì Santo, destinato ad accogliere le ostie consacrate e a conservarle sino al pomeriggio del Venerdì Santo quando, al termine della liturgia penitenziale, verranno distribuite ai fedeli per la comunione sacramentale.

Sepolcri

Sepolcri

Chi per fede, chi per curiosità, la notte del Giovedì Santo si muove per le vie cittadine in visita agli altari delle chiese, addobbati solennemente. Tra gli addobbi tipici dei sepolcri, i fiori bianchi, il vino fatto bollire con l’incenso e i semi di grano germogliati al buio che simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte di Gesù alla sua Resurrezione.

Sepolcri

Sepolcri

Nell’altare vengono collocati il tavolo, simbolo del sacrificio, il pane, i 12 piatti degli Apostoli e il tabernacolo dove è collocata l’Eucarestia: tutti simboli umili, rappresentativi della comunità.  Tutto il resto della Chiesa viene oscurato, in segno di dolore perché è iniziata la Passione di Gesù; le campane tacciono, l’altare più grande è disadorno, il tabernacolo vuoto con la porticina aperta, i Crocifissi coperti. Si tratta di una esperienza particolarmente affascinante non solo dal punto di vista religioso. Infatti è anche un’occasione per vedere le chiese aperte straordinariamente la sera in una atmosfera davvero particolare e suggestiva.

Pasqua a tavola

Una festività dall’alto valore simbolico come la Pasqua non poteva che essere festeggiata anche a tavola dove, in Sicilia soprattutto, ogni ricorrenza che si rispetti, ha delle tradizioni gastronomiche ben precise. Se è vero che ogni regione ha le proprie ricette, come la torta pasqualina ligure o la pastiera napoletana, lo è altrettanto che in Sicilia le tradizioni culinarie legate alla Pasqua meritano un capitolo a parte.

Le ricette siciliane tipiche di Pasqua

In Sicilia il giorno di Pasqua si usa cucinare l’agnello (usanza dovuta all’errata interpretazione della strofa ‘Agnello di Dio che togli i peccati del mondo’ presente nel vangelo secondo Giovanni che, in realtà, si riferisce a Gesù e non certo al potere salvifico che deriverebbe all’uomo dal sacrificare la vita innocente di animali appena nati che, a differenza di Gesù, non hanno il dono della Resurrezione).  Si usa anche offrire e mangiare le uova (simbolo dirinascita) che fanno capolino in molte preparazioni a cominciare dall’antipasto,  chiamato “Benedetto”  a base di uova sode, formaggi e salumi, ma anche un altro contorno tipico ovvero ì pisellini con l’uovo sia nella versione ‘bianca’ che con il sugo di pomodoro ( che in questo caso viene fatto cuocere per intero a ‘occhio di bue’); la pasta condita con ortaggi di stagione come asparagi, fave, piselli, carciofi con ì quali si prepara anche l’immancabile frittella, un contorno che di fritto non ha proprio nulla ma che è davvero molto gustoso.

ricette di Pasqua

ricette di Pasqua

I dolci di Pasqua

Altro capitolo a parte meritano i dolci di Pasqua che, neanche a dirlo, in questo giorno più che mai, a tavola sono i veri protagonisti. Non a caso, in seguito al lavorìo in cucina durante questo periodo è nato il detto “Aviri cchiù cchì fari di lu furnu di Pasqua“.   Cominciamo dai pupi ccù l’ova, panierini di pasta di pane che contengono, immersi o affioranti, delle uova dal guscio colorato o nature.  Le forme di questi dolci casalinghi sono tantissime: bambola,  pupattola,  prete,  mostro, colombe, cavallucci, cuori solo per citarne alcune,  sopra ed entro le quali forme vengono racchiuse delle uova sode. Le origini risalgono al periodo in cui non erano ancora largamente commercializzate e diffuse le uova di cioccolato.

 

pupi con l'uovo

pupi con l’uovo

Assumono nomi diversi a seconda della località in cui sono preparati: “campanaru” o “cannatuni” a Trapani,pupu ccù l’ovu” a Palermo, “cannileri”nel nisseno, “panaredda” ad Agrigento e Siracusa,cuddura cull’ovu” a Catania, “palummedda” nella parte sud occidentale dell’isola Nel tempo si è assistito alla modifica di alcuni ingredienti come l’olio d’oliva al posto della sugna e l’introduzione di decori più elaborati, rispetto ai tradizionali semi di sesamo e papavero, che li rendono dei veri e propri capolavori d’arte pasticcera. Le uova che si inseriscono generalmente sode, possono essere colorate di rosso, il colore della fertilità. La colorazione può essere ancora oggi rudimentalmente ottenuta mettendo a bollire le uova in un infuso ottenuto da una speciale radice, la rùggia.

La cassata siciliana

Su tutti i dolci tipici di Pasqua spopola la cassata, divenuta quasi un mito e famosa in tutto il mondo che la identifica con la pasticceria siciliana. L’origine di questa prelibatezza è araba: il quas’at era una specie di zuccotto di tuma fresca dolcificato con zucchero. L’attuale cassata, la sua fisionomia e il suo gusto, si deve, a quanto pare, alle suore del Monastero di Valverde di Palermo che, intono alla metà del 1700, modificarono, in parte, la ricetta araba, aggiungendo una base di pan di spagna e il deocro di glassa colorata.  Oggi si  preparano cassate di ogni forma e dimensioni ripiene di crema di ricotta, decorata e farcita di frutta candita il tutto ricoperto da glassa colorata.

Cassata siciliana

Cassata siciliana

Il trionfo di Gola

Restando in tema di dolci opulenti non si può non citare  il “trionfo di gola”, uno dei dolci della tradizione conventuale palermitana più barocco e di più complessa fattura. Per la sua opulenza viene citato nel racconto del banchetto del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, in cui il cibo e gli sfarzi acquistano una nota malinconica poichè contrapposti alla caducità della vita. Si tratta di un insieme di strati di pan di Spagna, pasta frolla e pasta sfoglia, intervallati da marmellata di albicocche, crema di ricotta e Biancomangiare il tutto coperto da uno strato di pasta di mandorle decorato con confetti e granella di pistacchi. Un tripudio dei sensi che non è sempre facile trovare nelle pasticcerie siciliane dal momento che si tratta di un dolce di antica memoria la cui preparazione comporta un impegno non indifferente.

Trionfo di Gola

Trionfo di Gola

L’Uovo di Pasqua

Anche se, apparentemente,  la tradizione dell’uovo di cioccolato sembra essere frutto di una manovra commerciale (ben riuscita ammettiamolo!) che non ha niente a che fare con la tradizione cristiana della Pasqua, in realtà,  fin dagli albori della storia umana,  l’uovo è considerato la rappresentazione della vita e della rigenerazione. Questo lo possiamo vedere dall’uso simbolo che molte culture antiche facevano di esso. I primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante sono stati i Persiani che festeggiavano l’arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina.

Uovo di cioccolato

Uovo di cioccolato

Anche nella antica Roma erano, esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova. I Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l’uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla vita eterna. Nella cultura cristiana questa usanza risale al 1176, quando il capo dell’Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, tra i prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L’uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura. L’uovo è appunto simbolo della vita che si rinnova ed auspicio di fecondità.

Le pecorelle di pasta di mandorle

Le pecorelle di pasta reale  sono un classico della tavola di Pasqua.  “I picureddi” sono dolci a base di pasta di mandorle, a forma di agnello con una posa classica ovvero sdraiato su un fianco, sopra un prato verde disseminato di confettini multicolori, con una banderuola rossa simile a quella che nell’iconografia sacra è in mano a San Giovanni, infilzata sul dorso. Queste forme ad agnello sono realizzate con la pasta reale detta anche Martorana, poiché furono le suore del Monastero della Martorana a tramandare l’arte di questi frutti di marzapane dalle forme e dai colori più disparati.

Pecorella di pasta di mandorle

Pecorella di pasta di mandorle

La pasta reale altro non è che un composto realizzato con pasta di mandorle dolci, glucosio e zucchero a velo. Per prepararle occorre procurarsi le forme di gesso (a meno che non si vogliano preparare a mano). Nell’agrigentino sono famose le pecorelle di Favara ripiene di pasta di pistacchi ottenuta, amalgamando sul fuoco, pistacchi pelati e tritati e zucchero in pari quantità. Si chiudono quindi le due metà della forma, poi si staccano cercando di far venir fuori la pecorella tutta intera. Nonostante esistano gli stampi, c’è, chi, preferisce preparare pecorelle di Pasqua a mano libera, dando loro delle forme più simili a pupazzi dei cartoni animati, per spogliarle del simbolo sacrificale che è stato loro (erroneamente) attribuito.

Per Pasqua con la pasta di mandorle non solo pecorelle…

Marina La Mattina

Marina La Mattina

Se la pecorella di pasta di mandorle ( o reale) rappresenta il simbolo della Pasqua per antonomasia, c’è anche chi, come Marina La Mattina, la pastry chef e cake designer che ha fatto della manipolazione della pasta di zucchero  il proprio fiore all’occhiello per poi passare alla manipolazione della pasta di mandorle che produce “sin dalla fase della realizzazione della farina di mandorle – ci spiega- utilizzando una bassissima percentuale di zucchero che la rende molto morbida e facilmente plasmabile anche se questo aumenta la difficoltà quando poi si tratta di creare le figure manualmente”.

La particolarità delle creazioni della intraprendente pasticciera palermitana, infatti, è la realizzazione di figure esclusivamente a mano. In particolare, oltre alle classiche pecorelle, Marina prepara le teste di moro, le pigne, le maioliche e altri simboli tipicamente siciliani che fanno assurgere a pieno titolo le sue creazioni al rango di veri e propri capolavori dell’arte pasticcera che sembra, davvero, un peccato mangiare.

La colomba di Pasqua parla siciliano

Insieme all’Uovo di Pasqua, la colomba fa parte della tradizione gastronomica pasquale dell’Italia intera le cui origini vanno ricercate verso la metà del VI secolo quando, durante l’assedio di Pavia da parte di Re Alboino, si narra che lo stesso si vide offrire un dolce a forma di colomba in segno di pace.
La storia recente ( e forse più realistica) vede nei primi del Novecento l’azienda milanese Motta, creare un dolce simile al panettone, ma con un aspetto decisamente legato alla Pasqua: nasce così la colomba come la conosciamo oggi, un morbido dolce lievitato, con canditi e una croccante ricopertura di glassa e mandorle nella versione classica che può essere declinata in diversi modi. Così come avvenuto con il lievitato tipico del Natale, anche per la colomba i Maestri Pasticceri siciliani sono diventati dei veri esperti nella preparazione di colombe artigianali dagli impasti sempre più leggeri ed alveolati, cui aggiungono ingredienti Made in Sicily. Noi, di seguito,  ve ne segnaliamo alcuni tra i più interessanti che abbiamo ( ovviamente) testato per voi.

Pasticceria Di Stefano di Raffadali: colomba all’uva passa Zibibbo di Pantelleria

In occasione della Pasqua 2023 , la Pasticceria Di Stefano di Raffadali  continua a far parlare di sé attraverso le sue ricette, cui si aggiunge, la colomba all’Uva passa Zibibbo di Pantelleria.

Di Stefano

Di Stefano

La novità di quest’anno racconta, ancora una volta, quest’isola attraverso i suoi sapori e odori più autentici.
La Di Stefano è ormai diventata sinonimo di una Sicilia contemporanea, attiva e collaborativa che ha fatto della valorizzazione e tutela del proprio patrimonio materiale e immateriale una vera e propria missione aziendale cui lavora con costanza e impegno. La colomba all’Uva passa Zibibbo di Pantelleria presenta un impasto morbido e fragrante impreziosito da perle di uva passa che esprime la sua naturale dolcezza e la sua distinta nota croccante dei semi all’interno. Ne risulta un unicum dal sapore armonico e ben calibrato.

Natale Giunta- colomba al mandarino tardivo di Ciaculli

Natale Giunta, l’infaticabile chef e imprenditore siciliano, noto volto televisivo de “La prova del Cuoco” per Pasqua 2023, come ogni anno, propone tante golosità. Tra queste, da non perdere la colomba al mandarino tardivo di Ciaculli, la cui lavorazione prevede quattro lievitazioni a tempo e temperatura controllati e due impasti, per un totale di 62 ore, presenta un impasto soffice e ben alveolato il cui morso è reso unico dall’inconfondibile aroma della confettura di mandarino tardivo di Ciaculli che ne rappresenta la golosa farcitura.

La Colomba di Natale Giunta

La Colomba di Natale Giunta

Il ricavato della vendita sarà destinato al miglioramento delle condizioni di vita dei senzatetto con il progetto “Instradare i Disagiati. Cambiare Vite” portato avanti dall’associazione Francesca Morvillo di Palermo. Lo scopo è di connettere al mondo del lavoro i disagiati, riscoprendo la terra, la sua lavorazione e la sublimazione dei suoi frutti, che sono stati trasformati nella confettura della colomba artigianale agli agrumi di Sicilia.

Natale Trentacoste – Pasticceria Norman: la colomba classica e la cassata Norman

Natale Trentacoste il pastrychef della pasticceria Norman di Marineo, accanto alle versioni classiche della colomba- tradizionale, cioccolato e pistacchio- propone, tra gli altri, alcuni interessanti e insoliti abbinamenti come, ad esempio, Bacio Rosso con frutti rossi e melograno e crema di limoncello, Domy con ananas e cremino al cioccolato bianco, Oro Nero al cioccolato con cremino alla gianduia, Smeraldo con pistacchio e cremino al pistacchio e Cannellino La Rocca alla cannella e cremino alla cannella. Ma non è tutto.

La colomba di Natale Trentacoste

La colomba di Natale Trentacoste

Dallo scorso anno il pastry chef propone una golosità assolutamente da provare:  la cassata Norman.  Si tratta di una interessante variante della classica cassata siciliana a base di ricotta, pistacchio salato caramellato, pasta reale al cioccolato e cremino alla gianduia. Un irrinunciabile peccato di gola.

Lidia Calà Carcione – Dolce Incontro:  la colomba di pasta reale di Tortorici e la colomba esotica

Lidia Calà Scarcione, la regina delle nocciole di Tortorici, che insieme al marito gestisce la pasticceria Dolce Incontro in pieno centro storico di Tortorici dove é nata e vive da sempre, per la Pasqua 2023 ha pensato di creare, accanto ai gusti classici e intramontabili come cioccolato, nocciola, pistacchio e frutti rossi e more, due novità dal gusto davvero sorprendente. Accomunate da un impasto soffice, profumato dall’ampia alveolatura, nel primo caso l’ingrediente protagonista oltre alle nocciole tipiche del territorio, è la Pasta Reale.

Lidia Calà Scarcione

Lidia Calà Scarcione

Si tratta di una sorta di biscotto dalla forma piatta e irregolare, con una superficie marroncina, granulosa e sormontata da una piccola cupola bianca. Al palato è un’esplosione ‘nocciolosa’ appagante e durevole. Nella colomba il croccante di pasta reale è stato inserito sia nell’impasto che nella farcitura realizzata con crema alla nocciola e granelli di pasta reale. Il tutto ricoperto da crema alla nocciola e pasta reale.  Nel secondo caso l’estro della pastry chef  ha voluto inserire  un tocco esotico di mango presente sia sotto forma di candito che di confettura  all’interno di un impasto morbido e profumato ricoperto di cioccolato fondente, presente in pezzi anche all’interno. Un’autentica esplosione di gusto.

E dopo Pasqua arriva… ‘Pasquetta’

La ‘Pasquetta’ è il nome con cui convenzionalmente si chiama il primo lunedì dopo la domenica di Pasqua (noto anche come Lunedì dell’Angelo). Con questa festa si vuole ricordare l’apparizione di Gesù risorto ai due discepoli in cammino verso il villaggio di Emmaus, a pochi chilometri da Gerusalemme. E’ consuetudine tra i cristiani ( ma non solo) proprio per ricordare il viaggio dei due discepoli,  trascorrere questa giornata con una scampagnata fuori città ( sempre che il tempo lo consenta ovviamente). In Sicilia, soprattutto a Palermo, si è soliti trascorrere il giorno di Pasquetta organizzando gite fuori porta con la complicità del bel tempo e delle temperature che cominciano a diventare più calde.

Pasquetta

Grigliata di Pasquetta

Così, chi ne ha la possibilità, si riunisce insieme ad amici e parenti presso i “villini” (piccole villette di campagna o al mare) o ci si reca in località marine alle porte della città. Questa giornata nel tempo ha acquisito un vero e proprio valore simbolico al punto da diventare un vero e proprio rituale al quale concorrono tanti elementi: la brace, la carbonella, la borsa frigo, le bibite ghiacciate, sono solo alcuni dei must di questa giornata all’aria aperta durante la quale  il fumo delle griglie diventa il filo conduttore per tutti ì presenti che, una volta rientrati a casa porteranno con sé, come ricordo,  sugli indumenti che ne saranno intrisi. Ma, in questo caso,  non si tratta di solo di “tutto fumo e niente arrosto”, al contrario, infatti,  sulle griglie della classica “arrustuta” si mette tutto il ‘grigliabile’: stigghiola, mangiaebevi, salsiccia, spiedini sono solo alcune delle tipicità che in questa occasione la fanno da padroni.  Spazio anche alle verdure grigliate (melanzane e zucchine in primis), ancora di salvezza per i vegetariani e vegani che, altrimenti in questa giornata resterebbero pressocché digiuni,  ma anche alle patate sotto la cenere e agli immancabili carciofi che si gustano, quasi come un dessert, a fine pasto e, comunque,  mai prima delle 18 del pomeriggio, quando le braci, ormai ‘stanche’ di cucinare carne vengono destinate alla cottura degli ortaggi ‘burberi dal cuore tenero’.

Cosa bere a tavola a Pasqua e Pasquetta?

Nessun pranzo potrà mai dirsi completo se le pietanze che lo compongono non siano adeguatamente accompagnate da un ‘buon bere‘. Per questo motivo, di seguito, Vi consigliamo alcune bottiglie che saranno perfette per il pranzo di Pasqua e Pasquetta.
• Per iniziare il pranzo di Pasqua in abbinamento con l’aperitivo e l’antipasto sarà perfetto il Petramater Tenute Orestiadi, metodo classico carricante Brut ma anche il Lagodamare di Casa Grazia, frizzante da Uva Moscato Grillo e Traminer e , ancora, l’Etna DOC Gaudensius Blanc de Noir di Firriato.
• Per accompagnare piatti in bianco come lasagne con verdure e ricotta o besciamella, ma anche carni bianche o pesce consigliamo lo Chardonnay di Feudo DiSisa dalle intense note agrumate o l’Adore di Casa Grazia, con sentori di cedro, salvia e zenzero.

Cosa bere a Pasqua e Pasquetta

Cosa bere a Pasqua e Pasquetta

• Piatti più impegnativi a base di carne ma anche verdure al sugo saranno perfettamente abbinati con il Syrah di Feudo Disisa dal carattere deciso e dal sorso sorprendente o con ‘Scurò’, Sicilia Doc Nero D’Avola di Tenute Navarra e, anche, il Tra Dune di Casa Grazia,  blend di Nero D’Avola e Syrah.• Per ì dessert, con colomba tradizionale sarà perfetta la Malvasia delle Lipari di Fenech o il passito di  Pantelleria di  Salvatore Ferrandes, con la cassata e trionfo di gola andrà bene il Passito delle Cantine Pellegrino o Zy, il blend di passito e zibibbo della  Casa Vinicola Fazio o, ancora, il passito Diamante di Tasca D’Almerita. Con colombe ricoperte di cioccolato e uova indicatissimo il Passadinero delle Tenute Lombardo, passito di Nero D’Avola unico nel suo genere, dal sorso sorprendente.

Dove andare per il pranzo di Pasqua e Pasquetta

Pranzo di Pasqua

Pranzo di Pasqua

La Braciera in Villa
Se per Pasqua volete restare in città, la Braciera in Villa, nella sede di Villa Lampedusa, consente di godere dell’ampio spazio esterno con un menù alla carta nel giorno di Pasqua a cui nel giorno di Pasquetta si unisce la classica grigliata al barbecue. La presenza di un dj set e del kids corner contribuiranno a rendere entrambe le giornate ancora più piacevoli e rilassanti.

Ristorante Al Castello a Mare di Natale Giunta
Per il giorno di Pasqua lo chef Natale Giunta nel suo ristorante Al Castello a Mare propone un menù a base di carne con i piatti tipici della tradizione con possibilità, su richiesta, di un menù con piatti vegetariani e vegani. Per Pasquetta, invece, la formula easy del brunch a buffet consentirà ai presenti di scegliere in autonomia, dai diversi corner dislocati lungo lo splendido giardino con vista sulla Cala di Palermo, ì piatti preferiti tra antipasti, primi, secondi e gli immancabili dessert.

Le Terrazze del Sole
Se, pur restando a Palermo, voleste passare una giornata all’aria aperta circondati da un panorama stupendo, Le Terrazze del Sole organizzano per Pasqua e Pasquetta due brunch con ampia scelta per tutti ì palati (anche veg). Il tutto accompagnato da un piacevole live musicale che contribuirà a rendere a rendere l’atmosfera ancora più piacevole, Per info e prenotazioni andate direttamente al sito.

Agrirelais Baglio di Pianetto
Se , invece, avete voglia di allontanarvi dalla città, in occasione delle festività pasquali l’Agrirelais Baglio di Pianetto riapre le porte della sua tenuta a Santa Cristina Gela, un piccolo angolo di paradiso immerso nel silenzio della campagna palermitana. Potrete decidere se passare in questo luogo il pranzo di Pasqua o di Pasquetta, o soggiornare in una delle splendide camere con un pacchetto comprensivo di colazione, pranzo e pernottamento.

Le Calette di Cefalù
Le Calette di Cefalù per  Pasqua 2023 offrono la possibilità di far trascorrere un weekend all’insegna del comfort e del benessere, godendo di un rigenerante percorso nella loro intima Spa, di un’ottima cucina e di un imperdibile passeggiata nel centro storico di Cefalù. Per informazioni sul contenuto dell’offerta e sul menù di Pasqua e Pasquetta potrete consultare il sito. 

Enoturismo presso la  Cantina Di Giovanna
Per gli amanti del buon bere proponiamo  una Pasquetta alternativa in visita presso la Cantina Di Giovanna. L’azienda è gestita dai fratelli Gunther e Klaus e si trova in montagna, sulle falde del Monte Genuardo, Riserva naturale protetta. I vigneti di famiglia sono coltivati in biologico tra Sambuca di Sicilia e Contessa Entellina, nel cuore della Sicilia occidentale. Dopo il benvenuto della famiglia Di Giovanna, la visita sarà un’opportunità unica di vedere l’intero processo di produzione biologica, dal vigneto alla cantina. Un viaggio sensoriale del territorio e della cultura siciliana con una selezione dei vini biologici e olio extravergine di oliva, abbinati ad un pranzo a base di prodotti locali.

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