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angelaAi tempi della mia infanzia c’erano “ l’abbanniatura”: “abbanniavanu” per vendere qualcosa, per chiedere  l’elemosina , per comunicare notizie…e chi più ne ha più ne metta…
Il “verso” e la cantilena di ciascuno era sempre uguale, per cui spesso non era necessario ascoltarli fino in fondo, si capiva subito di chi e di  cosa si trattasse.
Ancora oggi ricordo alcune delle “abbanniatini” più comuni per vendere qualcosa  da mangiare, come ad esempio:
“Chiappara, chi duci chiappara”( capperi che capperi dolci), o
“Fimmini finocchi aiu”( donne ho i finocchietti selvatici), 
“Carduna vuddruti, cacucciuliddri pizzica e muzzica”(cardi lessi, carciofini spinosi),
“A ricò…la  ricutteddra cavuda cavuda c’arrivaiu ora” (la ricotta..la ricottina calda calda appena arrivata),
“ Accattativi u sali…quannu mi circati nun mi truvati…quattru pacchi di sali milli liri” (comprate il sale…quando mi cercate non mi trovate…quattro pacchi di sale mille lire), 
o  per vendere altra merce:
“ Cirotta neri e cirotta a colori, li spagnoletti di tutti i colori”(Lucidi per scarpe neri e a colori, cucirini di tutti i colori),
“Beddra e bianca è sta tila…va facitivi i linzola”( bella e bianca è questa tela…fatevi le lenzuola),
o per prestare servizi:
“Ammulati forfici e coltelli, passa l’arrotinu” ( affilate forbici e coltelli, passa l’arrotino)…  
e tante altre di cui spesso era pressoché impossibile comprendere le parole  ma che si riconoscevano dalla caratteristica intonazione.
Anche i mendicanti avevano la loro “abbanniata”, ne ricordo una che risuonava per le strade una volta la settimana perché si trattava di un mendicante “fuori sede” che faceva il giro dei paesi vicini:
“Faciticcilla la limosina a un urbiceddru: chissa è la veru carità…arrifriscaticcilla l’armuzza a li vosti morti: chissa è la vera carità” ( fagliela l’elemosina ad un cieco: questa è la vera carità…rinfrescate l’anima ai vostri morti: questa è la vera carità)
E poi c’erano i banditori ufficiali quelli che il Comune , la Chiesa, o i singoli interessati pagavano per comunicare a tutti i cittadini notizie d’interesse generale, essi si posizionavano nei punti di convergenza di più strade in modo da poter essere sentiti da più gente possibile , portavano la mano alla bocca e gridavano, per esempio:
“ A tutti li cittadini: dumani matina , all’otto e mezza, purtati l’addrevi all’ambulatoriu di la chiazza, ca  cci hann’a fari li valori” (A tutti i cittadini,domattina alle otto e trenta, portate i bambini all’ambulatorio della piazza, per fare la vaccinazione antivaiolosa), oppure:
“ Dumani a li quattro e mezza tutti a Li Merguli  ca c’è lu circulu questri”( domani alle 16,30 tutti in Piazza Merli che c’è il circo equestre)…
E la reazione per le strade era sempre la stessa: qualche signora si affacciava al balcone o sulla porta e chiedeva ai vicini: “ Chi dissi? …Tu lu capissi?…iu unni lu sintivu bonu,,,”( Cosa ha detto?…tu l’hai capito?…io non l’ho sentito bene…)


Angela Marino