“Non mi sono mai sentito arrivato e neanche voglio esserlo perché non avrei stimoli”. Sono le parole di Roberto Lipari, che si è raccontato in una lunga intervista a La Repubblica. Il comico palermitano ha approfondito molti aspetti della sua vita professionale, dando ampio spazio a una serie di interessanti riflessioni, anche sulla società attuale.
“La vita non è un videogioco in cui devi superare i livelli. È una continua scoperta e sono felice di essere incompleto”, ha affermato. E, ancora: “La comicità è rivoluzionaria perché ribalta i sistemi e i comici siciliani ne sono la prova. (…) Non è un caso che molti comici siciliani facciano satira perché, nella nostra indole, c’è la ribellione al potere che ci ha oppresso”.
Quando si parla di ispirazione, Roberto Lipari la trova anzitutto intorno a sé: “La Sicilia, spesso, te la offre su un vassoio d’argento. Passare con i metal detector sui tombini asfaltati ad Agrigento capitale della Cultura, ad esempio, è talmente assurdo che se lo vedessi in un film comico diresti che non è credibile. Noi siciliani abbiamo una dote che molti non hanno: ci prendiamo per il culo da soli. L’autoironia è sinonimo di intelligenza. Come lo è cambiare idea”.
Alla comicità, Lipari è arrivato stravolgendo i suoi piani originari: “Sono passato da quello che aveva fatto finalmente una cosa buona nella vita superando i test di Medicina a quello che ”buh, non si sa”. Uscivo dal liceo scientifico Galileo Galilei e la sola scelta sensata sembrava tra Medicina e Ingegneria. (…). E sono finito a Medicina, con l’idea di diventare un dermatologo“. Quindi poi ha iniziato a fare il comico, seguendo un amore per la comicità che aveva fin da bambino: “Ho lottato per fare il comico come non avevo mai lottato per nulla“.
