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01A 691 metri dal livello del mare, nasce Monterosso Almo, un piccolo centro nel ragusano, noto soprattutto per la festa Patronale di San Giovanni Battista, di cui si hanno già le prime testimonianze alla fine del Cinquecento, per le tradizionali celebrazioni di Sant’Antonio Abate, in gennaio, e per la Sagra dello Scaccione, ormai puntuale da due anni in questo periodo.

In questo piccolo territorio che è regno di cave e valli, sorge il più alto comune della provincia, conosciuto anche per la sua antichissima storia preistorica. A Monterosso Almo affondano infatti le proprie radici, testimonianze di antiche comunità, note già dagli anni Sessanta tramite gli insediamenti di Monte Casasia, a 738 m. di altitudine, o la famosa necropoli di Calaforno, utilizzata come luogo di sepoltura, convertita in epoca Romana in luogo di abitazione e rifugio per i Cristiani.

In una zona poco distante, troviamo le cosiddette 'Grotte dei Santi'. Abitate nel periodo delle persecuzioni cristiane, queste naturali strutture di roccia sono note per i diversi affreschi di natura bizantina che vennero scoperti nei secoli successivi.
Nel 1168 il paese appartiene a Goffredo, figlio del Conte Ruggero e prende il nome di Monte Jahalmo. Successivamente, passò nelle mani del conte Enrico Rosso e tramite le nozze con la figlia di Federico Chiaramonte, prese infine il nome con cui è conosciuto oggi.

Nel 1649, ebbe inizio la costruzione del convento di S. Anna, uno dei luoghi di interesse della città insieme alla Basilica di San Giovanni Battista, e, tra gli altri edifici religiosi, la Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta, monumento nazionale.
L'11 gennaio del 1693 anche Monterosso fu colpito dal forte terremoto che devastò la Sicilia orientale; ne uscirono distrutti molti monumenti, rimasero in piedi infatti soltanto la cappella di Sant'Antonio e il Mulino Vecchio. Da allora il paese è stato ricostruito sempre più in cima, assumendo la topografia caratteristica dei giorni nostri.

Lo scaccione è il prodotto tipico della cittadina; una sorta di pane cotto in forno a legna, ‘cunzato’ con prodotti tipici locali come i pomodori secchi, olio e origano, o realizzato anche in versioni più semplici e turistiche come prosciutto e mozzarella. Viene servito caldo e innaffiato dai vini rossi delle colline monterossane.
Altri prodotti tipici della zona sono la cotognata ragusana e i fichi d’india al marsala.

Quest’anno dunque, il terzo appuntamento è per il giorno 13 settembre 2014, presso la Piazza Sant'Antonino, in pieno centro storico.

 

Autore | Enrica Bartalotta

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