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Si erano frequentati per circa sette mesi, dopo essersi conosciuti su Tinder, ma la loro non è stata una relazione felice e l'epilogo è stato drammatico. L'ex fidanzato, il 26enne Joshua Stimpson ha ammesso di avere ucciso la 23enne Molly McLaren, pugnalandola a morte in un parcheggio di un centro commerciale. Adesso deve rispondere dell'accusa di omicidio.

La vicenda è avvenuta nel Regno Unito alla fine del mese di giugno: Molly ha riportato ferite multiple e pugnalate al petto, al collo e alla gola. La giovane, studentessa dell'università di Kent, viveva nel vicino villaggio di Cobham e lavorava part-time in un pub.

Le riprese delle telecamere a circuito chiuso hanno ricostruito gli ultimi attimi di vita della ragazza. Stimpson ha sostenuto di averla uccisa al termine di una lite, ma gli inquirenti si sono fatti un'idea diversa. Nei filmati si vede il 26enne entrare all'interno di una palestra, salire lungo le scale e raggiungere la sala nella quale si stava allenan do Molly, che da settimane, dopo averlo lasciato, riceveva da lui messaggi deliranti e minatori.

La giovane ha cercato di affrontarlo, poi ha inviato un sms alla madre: «Mi sta seguendo, è appena entrato in palestra», le ha scritto. La madre, pochi istanti dopo, l'ha chiamata, invitandola ad allontanarsi subito e tornare a casa. 

Non ha fatto in tempo, perché proprio mentre si stava sfogando via sms con alcuni amici («Ho paura, devo guardarmi continuamente le spalle»), Stimpson l'ha seguita e aggredita nel parcheggio. Nelle immagini visionate dagli inquirenti si vede il ragazzo girare nervosamente per i locali della palestra, portando con sé una sacca al cui interno ci sarebbero stati un'ascia e il coltello con cui è stata uccisa Molly.